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In Breve

| 23 febbraio 2018, 12:57

La recensione: Sconnessi

Dopo Perfetti sconosciuti un'altra commedia-esperimento sulle dipendenze da smartphone. Funziona il film di Marazziti

La recensione: Sconnessi

Sarà forse perché gli italiani proprio non ne possono fare a meno, fatto sta che anche al cinema il cellulare sta diventando protagonista. In questo caso, un protagonista nascosto come le amanti. Eh sì, perché Ettore (Fabrizio Bentivoglio), noto scrittore e guru dell’analogico, in occasione del suo compleanno, decide di portare tutta la famiglia nel suo chalet in montagna e soprattutto decide di disconnetterli da Internet togliendogli la wi-fi e di conseguenza anche lo smartphone.

Gli Sconnessi, dopo una serie di crisi di panico e di rabbia causate dalla dipendenza da schermo dilagante, riallacceranno però una serie di rapporti usurati da tempo.
Così Margherita (Carolina Crescentini), la nuova moglie un po’ naif e coatta di Ettore, incinta al settimo mese, riuscirà a fare pian piano breccia nel cuore dei due figli dello scrittore: il giocatore di poker online Claudio (Eugenio Franceschini) accompagnato dalla sua fidanzata (Giulia Elettra Gorietti) e Giulio (Lorenzo Zurzolo), liceale nerd e introverso.

Al gruppo si uniranno anche la tata ucraina (Antonia Liskova) con la figlia (Benedetta Porcaroli) e i due fratelli di Margherita: Achille (Ricky Memphis) e Palmiro (Stefano Fresi) che soffre di disturbi bipolari.

Il regista Christian Marazziti, al suo secondo lungometraggio dopo E-bola, sceglie di mettere in scena gli effetti devastanti della rivoluzione digitale occorsa negli ultimi anni. Ne viene fuori un tema molto attuale, ovvero la pericolosità dell’uso smodato del cellulare. Talmente attuale che è stata istituita perfino la prima giornata mondiale contro la dipendenza da connessione (lo “Sconnessi day”, che avrà luogo proprio il 22 febbraio, giorno d’uscita del film).

Così come Perfetti sconosciuti, altro film perfettamente al passo con i tempi, svelava tutti i segreti inconfessabili custoditi dentro i nostri telefonini e il gioco di lasciare aperti sulla tavola i raccoglitori della nostra vita privata portava a imprevedibili conseguenze, allo stesso modo Sconnessi mostra i terribili risultati della dipendenza da smartphone, tablet e social- ma anche il danno di qualsiasi altra forma di dipendenza come per esempio il gioco d’azzardo – e svela gli inaspettati effetti dell’essere liberi.

Una libertà di espressione e di verità che i selfie e le faccine di facebook, twitter, whatsapp e così via non saranno mai in grado di emulare. Entrambi i film nascono quindi da un esperimento: nel primo il cellulare si metteva alla portata di tutti, nel secondo invece si toglie.

Addizione o sottrazione, il risultato è in tutti e due i casi lo stesso ed è positivo. Insomma passare qualche ora senza guardare il piccolo schermo si può e fa bene, ma non smettiamo di guardare il grande schermo e il cinema italiano, che può dare vita a bei risultati:  SconosciutiSconnessi e soprattutto non Scontati. E siccome non c’è mai due senza tre magari arriverà il terzo film-esperimento con o senza telefonini che inizia per Scon… nel frattempo via il cellulare e buona visione.

Recensione tratta dal cinematografo.it

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