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Cronaca | 30 maggio 2018, 19:17

Processo Bozzole, condannati Savu e Tanasie per le estorsioni a padre Gregorio

Si è concluso con due condanne il processo di primo grado per lo scandalo dei ricatti a sfondo sessuale ai danni dell’ex rettore del Santuario delle Bozzole don Gregorio Vitali e delle tentate estorsioni ai danni del suo collaboratore don Pietro Rossoni e del sacrestano

Processo Bozzole, condannati Savu e Tanasie per le estorsioni a padre Gregorio

Cinque anni e sei mesi a Flavius Savu, un anno e otto mesi a Florian Tanasie: finisce così il processo di primo grado per i ricatti a sfondo sessuale che agitarono il Santuario della Madonna della Bozzola di Garlasco. Il tribunale di Pavia ha giudicato colpevoli i due rumeni delle estorsioni ai danni dell’ex rettore don Gregorio Vitali, oltre che (per quanto riguarda il solo Savu) delle altre accuse di tentata estorsione ai danni di don Pietro Rossoni e del sacrestano del santuario e di una truffa ai danni di una signora di Garlasco. Le pene sono meno gravi di quelle richieste dal pm, che avrebbe voluto una condanna a dieci anni per Savu e a due anni e dieci mesi per Tanasie.

Nessuno dei due imputati era in aula, si troverebbero entrambi all’estero: Savu sarebbe in Austria, mentre sembrerebbe più difficile ricostruire gli spostamenti di Tanasie, che dovrebbe essere tornato in patria. Oltre alla detenzione, il tribunale ha stabilito una serie di pene pecuniarie. Savu dovrà pagare 3.000 euro di multa, mentre per Tanasie la sanzione è di 400 euro. Riconosciuto inoltre un risarcimento di 7.000 euro in favore di padre Gregorio e di 5.000 euro a beneficio di don Rossoni.

Il caso esplose nell’estate 2014, quando i carabinieri (alcuni dei quali travestiti da preti) arrestarono Savu e Tanasie mentre si recavano in Curia a Vigevano per concordare un pagamento da 250.000 euro in cambio della rinuncia a divulgare registrazioni a sfondo sessuale che avrebbero avuto come protagonista l’allora rettore del Santuario padre Gregorio Vitali. I militari erano venuti a conoscenza della vicenda nell’ambito di un’altra indagine che aveva sfiorato quelli che poi sarebbero diventati i protagonisti di questo processo. Con le indagini (e poi anche durante il processo) era stato appurato che padre Gregorio aveva già versato in più momenti parecchie decine di migliaia di euro a Savu in cambio del suo silenzio.

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