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FESTIVAL DI SANREMO | 07 febbraio 2019, 16:26

#Sanremo2019, Motta prova a capire dove andrà l'Italia: "La ritroveremo con l'educazione sociale, avendo fiducia nell'essere umano"

Il cantautore pisano con la sua "Dov'è l'Italia" si chiede dove in questo periodo storico possa andare a finire il nostro Paese

#Sanremo2019, Motta prova a capire dove andrà l'Italia: "La ritroveremo con l'educazione sociale, avendo fiducia nell'essere umano"

"L’Italia si ritrova con l’educazione sociale, civile e standoci bisogna renderla ancora importante".

Motta nel suo brano "Dov'è l'Italia" si chiede dove stia finendo il nostro paese, mai come in questo momento ricco di problematiche proprio sociali. La musica e gli argomenti legati all'attualità politica da sempre sono motivo di critica ma il cantautore pisano ha voluto smentire questa cosa.

"E’ una ca..ata, non dovremo manco uscire di casa, non dovrei parlare proprio. Scrivo le canzoni quando mi pongo domande a cui non so rispondere, non so dove andremo, dobbiamo avere fiducia sull’essere umano senno non dovremo neanche scrivere, non so dove andrà l'Italia, ma voglio esserci".

Per due volte, nel 2016 e nel 2018, ha vinto la targa intitolata a Luigi Tenco, motivo d'orgoglio per Motta che si ispira a altri artisti che hanno fatto la storia della musica italiana: "Ovviamente ci penso a Tenco, a quanto le canzoni possono fare male, le sue canzoni erano veramente piene di speranza, 'mi sono innamorato di te perché non ho niente da fare' è la cosa più bella che esista. Chi ascolto? Fabrizio De Andrè e Lucio Dalla e non è una risposta ovvia, una volta al giorno bisognorebbe fermarsi ad ascoltare 'Com'è profondo il mare' ".

Venerdì Nada torna sul palco dell'Ariston a dodici anni di distanza duettando con lui, un'amicizia nata suonando insieme: "Ho suonato chitarra e tastiera con lei, la devo ringraziare, una delle tante cose che mi ha insegnato è che le canzoni sono molto più importanti di noi, che dovevo coccolare la canzone e lasciar parte il mio ego da cantautore. E' una donna fantastica, alle prove mi ha fatto vedere una luce diversa del pezzo, una importanza speciale, lei è l’unica persona che può cantarla, le donne quando fanno le cose le fanno meglio degli uomini".

Un pensiero sul trio "Les Filles des Illighadad", tre donne africane che provengono da un piccolo villaggio, una collaborazione sfociata in tre concerti, nata per caso grazie a un consiglio ricevuto in un negozio di musica a Berlino: "Sono andato in Germania in una rivendita di dischi e il proprietario tedesco (con fidanzata italiana che mi conosceva) mi ha consigliato di andare ad un concerto e ascoltare questo trio, mi sono piaciute e siamo riuscite a contattarle, abbiamo iniziato a suonare, subito avevamo difficoltà linguistiche ma è bastato un sorriso per capirci al volo, è stato uno dei momenti più belli della mia vita".

Infine un pensiero sul futuro artistico e italiano: "C’è una difficoltà nel fare dischi per me sempre, l’unico motivo è perché lo voglio fare, voglio dire cose che non ho mai detto ai miei genitori e che voglio dire a me. Una parola che dovrebbe tornare è l’educazione sociale, essere a modino, è questo per me rivoluzione".

Luciano Parodi

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