/ Cronaca

Cronaca | 01 aprile 2019, 19:20

"Ho ucciso Stefano perché era felice"

La confessione choc del killer dei Murazzi

La conferenza stampa dei carabinieri che hanno indagato sul delitto

La conferenza stampa dei carabinieri che hanno indagato sul delitto

"Non sopportavo la sua felicità, era troppo felice, volevo ammazzare un ragazzo come me, togliergli tutte le promesse, toglierlo ai suoi figli, ai suoi parenti e ai suoi amici". Sono le parole raccontate ai carabinieri da Said Machaouat, italiano di 27 anni di origini marocchine, che ieri ha confessato di avere ucciso Stefano Leo, il 33enne accoltellato alla gola il 23 febbraio ai Murazzi.

Un movente incredibile, con la scelta della vittima che è stata del tutto casuale. Quella mattina Machaouat ha acquistato un set di coltelli in un supermercato di via Borgaro, li ha gettati via tenendone soltanto uno, il piú affilato. Aveva giá deciso di uccidere, doveva soltanto scegliere la vittima. 

Alle 9.30 è arrivato in piazza Vittorio, ha percorso i gradini ed è giunto sul luogo del delitto, la passeggiata di lungo Po Machiavelli. Qui ha avuto una discussione con una persona - un testimone sentito dai carabinieri - pensava lo stesse fotografando, ma in realtá la foto era del tutto casuale. 

Machaouat si è seduto sulla panchina e quando ha visto passare Stefano Leo lo ha seguito e sgozzato. Ha riposto il coltello in una busta e ha preso un bus in via Bava. Giunto in piazza d'Armi, ha nascosto il coltello in una cassetta elettrica. "Ha detto che forse l'avrebbe di nuovo utilizzato - spiega il colonnello dei carabinieri Francesco Rizzo - la paura di potere uccidere ancora l'ha portato a costituirsi. Non sapeva se suicidarsi o compiere altri fatti di sangue".

Machaouat era stato seguito dagli assistenti sociali nel 2015, dopo essersi separato dalla moglie italiana da cui ha avuto un figlio. "Questo ragazzo - aggiungono i carabinieri - non aveva neppure i soldi per mangiare. Non utilizzava un telefono da circa due anni".

L'omicida è nato in Marocco, arrivando in Italia all'etá di 6 anni. A Torino ha studiato da cuoco ma ha lavorato come cameriere, quando ha perso l'impiego è partito per Ibiza, quindi ha trascorso quattro mesi in Marocco per poi fare ritorno a Torino, senza lavoro e senza casa. Mangiava nei punti di ristoro assistenziali e molte notti le ha trascorse al dormitorio di piazza d'Armi.

"Il fatto che si sia costituito è stato un colpo di fortuna - ha commentato il procuratore Paolo Borgna - ma sullo sfondo ci sono indagini condotte da investigatori tenaci, che hanno smontato giorni fa una prima confessione di un mitomane. Il movente è sconvolgente e banale. Ha detto quello che non volevamo sentire".

redazione online Torino

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A APRILE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Google News Ricevi le nostre ultime notizie da Google News SEGUICI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore