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Al Direttore | 19 aprile 2019, 09:59

Lettere al Direttore: Gesù muore ogni giorno

Riceviamo e pubblichiamo integralmente

Lettere al Direttore: Gesù muore ogni giorno

Ogni venerdì santo, alle tre del pomeriggio, si rinnova il ricordo della morte di Gesù crocifisso. Nel piccolo paese dove sono cresciuta, le campane tacevano da quel momento sino alla mattina di Pasqua.

Quando ero piccola, mi commuoveva sempre la figura di quell’uomo inchiodato sulla croce, tanto che nella mia ingenuità di bambina, appena potevo staccavo il crocifisso dalla parete per adagiarlo sul tavolo, credendo che il Cristo sentisse meno il dolore dei chiodi se messo orizzontale.

Poi crescendo, com’è ovvio, si dimensionano le suggestioni della prima infanzia e, forse, si abbandona almeno in parte lo stupore di fronte al bello ed al brutto dell’esistenza. Si tende a diventare più disincantati, più cinici. La figura di un uomo giovane, coraggioso, moderno per la sua epoca, che oggi in molti non esiterebbero a definire anticonformista, mi ha sempre affascinato.

Ed oggi, adulta ma forse ancora un poco ingenua, mi chiedo: come sarebbe accolto il Cristo se venisse oggi in mezzo a noi? Come ci saremmo comportati noi nei suoi confronti 1986 anni fa? Nei giorni che precedono la Pasqua una riflessione in tal senso può essere utile. Questo giovane uomo coraggioso disse che qualunque cosa si fosse fatta ad un suo fratello più piccolo, sarebbe stata come fatta a lui. Come verrebbe trattato oggi un uomo che dicesse che siamo tutti uguali, che il perdono è un valore da custodire per chi lo offre e per chi lo riceve? Forse verrebbe giudicato dai più accondiscendenti uno psicolabile, dai più furbi un pericolo, ma quanti di noi non lo giudicherebbero? Quanti di noi si fermerebbero ad ascoltare le sue parole? Chissà. Proviamo a ribaltare i termini della questione: quante volte abbiamo davvero ascoltato qualcuno? Quante volte siamo stati capaci di perdonare davvero un torto ricevuto, vero o presunto che fosse? Chissà.

Dalla morte di Gesù sulla croce sono passati quasi due millenni, e cosa è cambiato tra noi? Siamo forse meno giudicanti, meno pronti a lavarcene le mani di chi incontriamo, a vario titolo, sul nostro cammino, dei nostri simili vissuti nell’anno 33 d.C.? Se è vero che il Cristo vive in ogni nostro fratello più piccolo, allora Gesù muore ogni giorno, migliaia di volte ogni giorno.

Giovanna Rezzoagli Ganci

Counselor in Scienze Sociali

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