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In Breve

| 20 giugno 2019, 11:34

La recensione: La prima vacanza non si scorda mai

Commedia sui luoghi comuni della vita di coppia che diverte e fa il suo dovere

La recensione: La prima vacanza non si scorda mai

Cosa succede a una coppia quando progetta un viaggio insieme? Il film di Patrick Cassir, con Camille Chamoux e Jonathan Cohen decide di dipingere l’anti-stereotipo. Mette una coppia appena conosciutasi su Tinder nella situazione di andare, subito, in vacanza insieme. Lei, una fumettista pronta a tutto, cittadina del mondo e avventurosa nel midollo.

Lui, topo di città, abitante di un rigido, preciso e organizzato sistema di abitudini e piccole paranoie. Agli antipodi, decidono un po’ troppo bruscamente, dato che sembrano intendersela, di partire per la Bulgaria, a metà strada tra i loro due viaggi pre-programmati (rispettivamente, Beirut e Biarritz).

Comincia così un’odissea di dolci imbarazzi e risate sincere, attraverso cui la neo-coppia si confronta con il ribaltamento dei cliché sentimentali, risultandone paradossalmente rinforzata. Come in ogni film che si rispetti, tuttavia, arriva anche il momento del conflitto, proprio quando il peggio sembra passato.

La discussione, nella relazione tra esseri umani, pare inevitabile e lo scontro è aspro e profondo, crudele: risalta azzeccatamente nel contesto ironico e, fino a quel momento, molto leggero.

vacanza

Quel che manca, invece, è una risoluzione all’altezza. Il finale è facilitato da una serie di piccoli strumenti astuti, che rendono il compromesso l’opzione conveniente, più che quella giusta. Non è cosa nuova per le commedie romantiche, cionondimeno rappresenta una lieve stonatura.

Oltretutto, pendente soprattutto dal versante femminile, che raramente al cinema vede le proprie cicatrici davvero sanate, prima di decidere di dare al cuore un’altra chance.

Resta un divertente esperimentodiscretamente originalesulla risata e il sentimento. Accettata la premessa un po’ forzata e la conclusione un po’ accomodante, è una pellicola fresca e godibile, le cui gag dipingono due caratteri all’opposto costretti (per loro stessa scelta) a smussare i propri angoli. Smussate anche quelli del film, e ne uscirete soddisfatti.

Recensione tratta dal cinematografo.it

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