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In Breve

| 30 gennaio 2020, 13:15

La recensione: Odio l'estate

Ritorno convincente quello dello storico trio. Aldo, Giovanni e Giacomo ritrovano la verve di un tempo per una comicità sana, mai volgare

La recensione: Odio l'estate

E’ un ritorno alle origini quello di Aldo, Giovanni e Giacomo. I tre comici, che ci portano al mare fuori stagione con Odio l’estate, tornano ad essere diretti dal loro regista storico Massimo Venier. Un sodalizio nato ai tempi di Mai dire gol, proseguito con il debutto al cinema nel 1997 con Tre uomini e una gamba e terminato nel 2004 con Tu la conosci Claudia?.

Non solo, dopo l’occasione sprecata di Reuma Park (2016), il trio milanese qui mette di nuovo al centro l’Italia e soprattutto l’italiano medio e, mentre sul grande schermo si racconta una fase della vita nella quale si è persa la voglia, il divertimento e il piacere, noi da spettatori ritroviamo tutte e tre le cose grazie a questa commedia corale e delicata, e allo stesso tempo ironica e commovente.

Protagoniste sono tre famiglie che non si conoscono. C’è però una cosa che le accomuna: hanno deciso di passare due settimane d’agosto (ovviamente quelle centrali) nella stessa isola del sud.

Peccato che, a causa di un errore dell’agenzia immobiliare, si troveranno a dover condividere anche lo stesso tetto. C’è chi come Aldo (Baglio), in partenza da Milano con il canotto già gonfio sopra la macchina, è un ipocondriaco nullafacente.

Ha un cane di nome Brian e la passione per Massimo Ranieri, oltre ad essere l’unico dei tre che ancora ha voglia di fare l’amore con sua moglie (Maria Di Biase) con la quale ha due figlie e un figlio condannato dal tribunale dei minori.

Chi invece come Giovanni (Storti) è un precisetto, super organizzato, con un negozio di accessori per scarpe in fallimento, una moglie professoressa (Carlotta Natoli) e una figlia diciottenne.

Infine c’è Giacomo (Poretti) un famoso dentista, con tanto di suv, una moglie piuttosto snob (Lucia Mascino) e un figlio dodicenne. Last but not least, vale la pena nominare anche Michele Placido, nel pimpante ruolo di un maresciallo dei carabinieri al quale più volte le tre famiglie si rivolgeranno.

Questo è un film che riesce a portare una ventata d’aria fresca al filone del cinema vacanziero grazie a una semplice storia d’amicizia accompagnata da una comicità mai volgare, sebbene non sia una novità la commedia estiva con famiglie diverse che si mettono a confronto.

Tanto per citarne una: Ferie d’agosto (1995) di Paolo Virzì nella quale sull’isola di Ventotene entravano in contatto due gruppi di villeggianti, uno di destra e l’altro di sinistra. Ma la politica qui c’entra poco, si tratta piuttosto di tipologie sociali, è  la musica (soprattutto quella di Massimo Ranieri, presente anche in un cameo) a giocare un ruolo fondamentale nella storia.

Alla fine sulle note di Estate di Bruno Martino,  grazie ai tre comici, insieme alle loro bravissime consorti, ci viene voglia, in pieno inverno, d’estate, di mare e di vacanza, ma soprattutto di condivisione. E si esce dalla sala con il sorriso.

Recensione tratta dal cinematografo.it

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