FESTIVAL DI SANREMO - 08 febbraio 2018, 10:55

#Sanremo2018: le pagelle di SanremoNews alla seconda serata. Sting canta e incanta, Favino riqualifica “Despacito” e il mito di Pippo Baudo scrive al Festival

Tra le Nuove Proposte ci è piaciuto Mirkoeilcane, ma la giuria demoscopica non la pensa come noi

Seconda serata e secondo scrutinio festivaliero per la redazione di SanremoNews. Passata ieri al setaccio l’intera rosa dei Campioni in gara, questa sera abbiamo dato i voti alle performance che hanno fatto da cornice alla seconda esibizione della metà dei ‘big’. Oltre, ovviamente, alle quattro Nuove Proposte che hanno aperto la serata.

Ecco come li abbiamo giudicati:

Il duetto Baglioni-Hunziker (con incursione di Favino): buona l’idea, grande generosità da parte di Claudio Baglioni che, dichiaratamente, mette da parte ogni vergogna e si presta senza timore a fare il ‘pozzo’. Ottima prestazione canora di Michelle Hunziker nei panni di Biancaneve. Determinanti le incursioni istantanee di Pierfrancesco Favino. Voto 8


LE NUOVE PROPOSTE

Lorenzo Baglioni “Il congiuntivo”: un pezzo scanzonato nato più per essere virale sul web che per il mercato discografico ‘tradizionale’. Buono il tentativo di portare anche una scenografia strutturata per essere ricordato. Scarsa la reazione del pubblico. Voto 6

Giulia Casieri “Come stai”: fa parte della schiera di autori italiani che risente non poco della scena internazionale. Il suo brano suona poco italiano con tutti i pro e i contro del caso. Può piacere alle radio. Voto 6,5

Mirkoeilcane “Stiamo tutti bene”: 24 anni dopo sembra di sentire di nuovo ‘Minchia signor tenente’ con una nota di un più moderno Cristicchi. Una doppia ispirazione che non tutti possono cucirsi addosso con facilità. Testo importante, sperando lo si legga... Voto 7

Alice Caioli “Specchi rotti”: in lei c’è molto del Festival più puro e tradizionale, ricorda nei suoni molte delle donne che negli ultimi anni hanno calcato il palco dell’Ariston. Voto 6

 

Il Volo: tornano a Sanremo da trionfatori, accolti dall’ovazione del pubblico. Esordiscono con il “Nessun dorma”, scelta tra le più nazional popolari in ambito lirico. Poi l’omaggio a Sergio Endrigo con “Canzone per te” insieme a un generosissimo Claudio Baglioni. Tutto molto classico. Voto 6,5

Pippo Baudo: eterno, lui è il Festival fatta persona e sul palco sa ancora cosa dire e come dirlo, a 50 anni dalla sua prima conduzione, nel 1968. Sembra un’era fa. Lui può raccontare il Festival come nessun altro, Baglioni gli lascia il podio del ‘dittatore’ artistico e il Pippo nazionale ne fa buon uso per ripercorrere la storia del ‘suo’ Sanremo parlandogli in prima persona. Pippo può dargli del ‘tu’. Voto 9

Biagio Antonacci: entra diretto al rientro dalla pubblicità senza bisogno di essere annunciato. Un elogio al citofono come risposta ai contatti virtuali contemporanei con tanto di invito ad usarlo di nuovo. Idea che fa da apripista a una lunga serie di ovvietà. Lo salva il duetto finale con Claudio Baglioni su “Mille giorni di te e di me”. Voto 6

Pierfrancesco Favino “Despacito”: completamente a suo agio nel rendere piacevole un pruriginoso tormentone ormai esaurito. E se riesci a fa passare per tollerabile “Despacito” al milionesimo ascolto vuol dire che hai talento. Michelle Hunziker ci mette del suo con un balletto in stile Zelig e Claudio Baglioni è la spalla comica perfetta. Voto 8,5

Sting: su indicazione ed espresso desiderio del ‘dittatore’ Claudio Baglioni, rende omaggio alla musica italiana e propone una epica versione di “Muoio per te” in lingua originale, brano che portò in giro per il mondo insieme a Zucchero, autore del brano. Peccato che le controverse regole del mercato discografico lo obblighino a un duetto con Shaggy per promuovere il singolo del momento. Voto 7,5 (per Shaggy lasciamo perdere…)

Claudio Baglioni e Franca Leosini “Piccolo grande amore”: modo originale per proporre il brano simbolo della storia di Baglioni, lui stesso l’ha definita la canzone del secolo. Intervalli di analisi del testo e dell’autore in chiave autoironica aiutano a sdrammatizzare il rito dell’inno baglioniano. Peccato solo per il pubblico in sala, spesso interrotto durante il coro da stadio. Voto 7

Roberto Vecchioni “Samarcanda”: introdotto da Michelle Hunziker e in duetto con Claudio Baglioni (che non sempre gli è stato dietro) porta un brano che, passata la mezzanotte e mezza, risveglia il pubblico in sala e quello che ha resistito sul divano. Ottima la scelta della direzione artistica, ancora meglio l’esibizione. Anche se si è avuta l’impressione che Vecchioni la volesse cantare da solo. Voto 8

Mago Forest: dopo il balletto sulle note di “Despacito” si torna a respirare aria di Zelig a Sanremo, con buona pace dei vertici Rai. Ma la scelta si dimostra ben riuscita. Il 'Mago' è garanzia di intelligenza e divertimento in una surreale sequenza di freddure a corredo di un numero dei suoi. Voto 8