“Il comune, per incapacità e mancata visione, si ritrova a dover concedere autorizzazioni e concessioni on demand”. Questo l’incipit di un duro comunicato del Polo Laico contro l’amministrazione, di cui si chiede addirittura il commissariamento: “Va senza indugio dichiarato il dissesto progettuale, con conseguente allontanamento di amministratori e dirigenti”. L’associazione accusa la giunta di non avere una visione e di aver abbandonato i contenitori cittadini, quali castello, macello, Colombarone, brughiera, ex tribunale, ex prigioni di piazza Lavezzari e palazzo Riberia.
L’ultimo caso, in ordine di tempo, riguarda il piano di lottizzazione di via El Alamein, di fronte allo stabilimento Moreschi, dove società private stanno trattando con il comune per realizzare un nuovo polo commerciale (peraltro già previsto dal piano urbanistico). Secondo il Polo Laico “la decisione va a colpire almeno tre aspetti importanti per la città”. Il primo è quello paesaggistico, con la “distruzione dell’ultimo fronte cittadino ancora aperto sulla campagna della Sforzesca”. C’è poi un discorso economico, secondo cui la costruzione di spazi commerciali in quella zona finirebbe per deprezzare il terreno della brughiera, di proprietà comunale e pensato proprio a destinazione commerciale. Il terzo aspetto, conclude il Polo Laico, riguarda i danni che altri esercizi di media distribuzione potrebbero portare ai negozi del centro storico.
Il comunicato del Polo Laico torna poi sulla questione Colombarone: “Ci risulta – denuncia l’associazione – che la Fondazione Piacenza e Vigevano abbia incaricato una società di consulenza per valutare i bisogni del territorio, dichiarando di avere 3 milioni di euro a disposizione e che il Colombarone sarà parte integrante del progetto della Fondazione. A nome e per conto di chi si agisce, dato che il Colombarone è di proprietà pubblica e non è stato assegnato a nessuno? Anzi – rincara la dose il Polo Laico – un anno fa è stato pubblicato un avviso di manifestazione di interesse per individuare soggetti intenzionati a riqualificare e gestire l’immobile, ma non si sa ancora nemmeno se questa procedura è stata chiusa, se qualcuno ha presentato progetti e come questi siano stati valutati”.
Il Polo Laico conclude il proprio intervento lanciando proposte legate al ripensamento di quelli che vengono definiti “asset cittadini”: un mercato agricolo all’ex macello, la creazione di una galleria d’arte diffusa in aree degradate quali brughiera, via del Terraggio e vicolo De Roveti, l’apertura prolungata delle scuole, la creazione di un nuovo polo scolastico all’ex tribunale che sostituisca l’attuale media Bussi (con annesso recupero degli spazi prospicenti piazza Sant’Ambrogio), il ritorno del parco Parri alla funzione di giardino, la limitazione di manifestazioni commerciali in piazza Ducale, il coinvolgimento di istituzioni e privati per la creazione di un polo di studio agricolo al Colombarone.