Cultura-Eventi - 28 luglio 2018, 11:17

Cesare Angelini e Il Ticino: Elegia del Ponte Rotto. Di Giuseppe Gianpaolo Casarini

Nel corso della stesura di una nota volta alla ricerca di riferimenti al fiume Ticino nella vasta produzione letteraria del Vate di Albuzzano, Monsignor Cesare Angelini, nota apparsa in una versione preliminare su Ticino Notizie, un contatto epistolare con un pronipote del grande critico e scrittore, il Dr. Fabio Maggi,  mi  ha dato l’opportunità di “impreziosirla” tramite l’invio di prezioso materiale e in particolare, di una copia de  L’Elegia del Ponte Rotto, scritta, nel 1949, con bella e nitida calligrafia.  L’Elegia fa riferimento al bombardamenti delle forze alleate che  nel settembre 1944, durante la  seconda guerra mondiale, danneggiarono l’antico ponte trecentesco e ne fecero crollare un’arcata e nasce in quel clima particolare che si respirava in Pavia in quanto al termine della guerra  si svolse un aspro dibattito sull’opportunità di ripristinare il vecchio ponte o di demolirlo. Per timore di crolli che avrebbero potuto far straripare il Ticino, nel febbraio 1948, il  Ministero de Lavori Pubblici fece demolire con la dinamite l’antico manufatto. Alcuni resti dei piloni del vecchio ponte sono visibili nelle acque del fiume ed è rimasta anche la base del portale. Nel 1949 si iniziò la costruzione del nuovo ponte, che fu inaugurato nel 1951 . Sul portale d’ingresso dalla parte della città un’epigrafe cita: “Sull’antico varco del ceruleo Ticino, ad immagine del vetusto Ponte Coperto, demolito dalla furia della guerra, la Repubblica Italiana riedificò.

Articolo in collaborazione con www.ticinonotizie.it