Ha un nome ed un volto l'assassino di Stefano Leo, il biellese ucciso lo scorso 23 febbraio a Torino, con una coltellata alla gola, nei pressi dei Murazzi. I sospetti sono concentrati su un cittadino italiano (di origini marocchine) di 27 anni, con alcuni piccoli precedenti penali alle spalle. Si chiama Said Machaouat e avrebbe agito senza alcun movente.
Molti i riscontri investigativi che coinciderebbero, tra cui l'arma usata per il delitto e le modalità dell'aggressione mortale.
Il giovane domenica pomeriggio, proprio dopo la marcia a Torino degli amici del trentenne biellese, cui ha partecipato anche il sindaco Chiara Appendino, si sarebbe presentato spontaneamente dalle forze dell'ordine. E avrebbe confessato di essere l'autore dell'omicidio, in Questura. Gli agenti della Polizia di Stato si sono quindi messi in contatto con i carabinieri, che da oltre un mese stanno indagando a 360 gradi sui fatti.
I militari hanno accompagnato il giovane negli uffici del Comando provinciale di via Valfrè, dove è stato a lungo interrogato alla presenza di un legale.
Sembra essere nato da un gesto di follia, dunque, l'omicidio del commesso biellese che amava viaggiare e le filosofie orientali, che tanti amici aveva sia a Biella sia a Torino. Nelle prossime ore, seguiranno aggiornamenti su un caso che ha colpito tantissime persone.