Cultura-Eventi - 02 novembre 2019, 17:07

Robbio, Veruska Besozzi dalle risaie alla cima del Kilimangiaro

L’impresa è stata compiuta nel mese di agosto. La scalata è durata precisamente cinque giorni: dal 6 al 10. Giorni in cui la cittadina robbiese, iscritta alla sezione mortarese del CAI, ha raggiunto insieme ad altre undici persone l’obiettivo di arrivare in vetta

Per definire l’alpinista si potrebbe dire che è una persona in grado di “condurre il proprio corpo là dove un giorno i suoi occhi hanno guardato”. Lo sa bene Veruska Besozzi che di scalate in vita sua ne ha fatte tante. Monte Rosa e Gran Paradiso fanno parte di un lungo elenco, a cui da qualche mese si aggiunge anche il mitico Kilimangiaro.

“Tra la primavera e l’estate - dichiara la Besozzi - mi sono preparata per provare a raggiungere questa vetta a 5895 metri di altitudine. Tutti i weekend antecedenti l’esperienza mi sono allenata scalando delle montagne di oltre 4000 metri ed inoltre ho svolto una preparazione aerobica in palestra per esercitare le gambe ed il fiato. Questo perché la difficoltà nello scalare una montagna come il Kilimangiaro sta nell’altitudine”.

Il viaggio è stato effettuato con il tour operator “Avventure nel mondo” e la Besozzi ha ricoperto il ruolo di capogruppo (compresa lei erano dodici persone). La partenza è avvenuta il giorno 4 agosto, per alcuni da Milano e per altri da Roma, dopodiché il 5 la delegazione è arrivata sul posto, per poi iniziare la scalata il giorno 6. Nelle prime ore del 10 agosto tutti i componenti del gruppo sono riusciti a raggiungere la vetta.

“E’ stata un’emozione grandissima - spiega la cittadina robbiese - soprattutto a fronte dell’enorme fatica. Dalla partenza dall’ultimo campo c’erano persone in stato di enorme difficoltà che a causa dell’altitudine barcollavano. C’era il rischio non potessero arrivare in vetta, invece alla fine siamo riusciti a raggiungerla tutti e dodici, chi prima chi dopo”.

Nel curriculum da alpinista della Besozzi si aggiunge quindi questa esperienza che va a sommarsi alla scalata in Ladakh sulla catena dell’Himalaya (quota 5000 metri) e tante altre salite in Italia. Da dove è nata però la volontà di scalare il Kilimangiaro? “Lo scorso anno sono andata in Nepal - sottolinea - ed ho conosciuto un ragazzo con il quale avevo parlato di questa voglia di fare il Kilimangiaro. Ad aprile mi ha poi contattato e da qui è partito il tutto”.

Il viaggio è stato programmato nei minimi dettagli valutando il percorso da effettuare. “Ho chiamato un’agenzia locale  - riprende la Besozzi - in modo che ci fornissero una guida del posto che ci seguisse negli spostamenti. Tutto ciò è stato particolarmente importante perchè abbiamo scelto una via da effettuare in tenda. Per questo motivo servivano persone che ci portassero i bagagli più pesanti, oltre alla cucina e alle tende”.

Ed in ottica futura quali saranno i prossimi impegni? “Potrei già avere in mente un’altra scalata - conclude la cittadina di Robbio - ma sono una persona che non programma con largo anticipo, quindi per ora preferisco non pensarci”.

Intanto è tempo delle meritate celebrazioni per Veruska Besozzi che sabato 23 novembre alle ore 21 presso la biblioteca civica di Mortara parlerà della sua esperienza con un racconto che si intreccerà alle straordinarie immagini del viaggio. L’ingresso sarà libero.

Fabrizio Negri