In questa giornata fredda e piovosa il Museo dell’Imprenditoria Vigevanese, presso Palazzo Merula, ha ospitato la presentazione della mostra sulla nascita di Birra Peroni a Vigevano nel 1846 e lo sviluppo successivo di un’impresa, diventato lo spunto per una riflessione sulle vocazioni imprenditoriali del territorio e su una futura evoluzione.
Oggetti e documenti dell’Archivio Storico Birra Peroni, con la preziosa documentazione conservata presso l’Archivio del Comune di Vigevano, saranno esposti all’interno del Museo, in un allestimento in parte permanente.
L’inaugurazione della sezione dedicata, che illustra un mezzo secolo di presenza di Birra Peroni in Lombardia, è stata preceduta da una conferenza stampa con un gruppo rappresentanti di Birra Peroni, Comune di Vigevano, Confindustria Pavia e Consorzio Diapason, tra cui Silvia Aloe, External Communication & Public Relations Manager di Peroni, Andrea Sala, Sindaco di Vigevano, Luigi Muggiati, responsabile dell’Archivio Storico del Comune di Vigevano, Federica Casella, Presidente del Consorzio Diapason e Maria Vittoria Brustia, vice Presidente di Confindustria Pavia.
La storia della Peroni cominciò nel 1846, quando Giovanni Peroni, figlio unico di un pastaio di Galliate, aprì presso Piazza Ducale una piccola fabbrica dove produceva una birra dal sapore cosi unico e intenso che in poco tempo divenne una delle più amate dai cittadini della cittadina lombarda.
Col passar del tempo Peroni, che nel frattempo aveva aperto un piccolo locale dove vendeva in esclusiva la sua birra appena uscita dalla fabbrica, cominciò a sentire Vigevano troppo stretta per la sua attività e a pensare a un trasferimento a Roma, allora ancora la capitale dello Stato della Chiesa.
Nel 1864, quindi, Giovanni si trasferì, con tutta la famiglia, in un negozio nella romana e centralissima Piazza di Spagna, dove ampliò ulteriormente il suo giro d’affari, per poi nel 1872, quando ormai la città era diventata la capitale del Regno D’Italia, aprire uno stabilimento presso Borgo Santo Spirito, con una mescita situata nell’elegante via del Macelli.
Dopo la morte di Giovanni, i due figli, nel 1890 aprirono presso il Colosseo non solo una nuova fabbrica, ma anche un vero pub con 19 tavolini, dove si poteva pranzare e gustare l’ottima birra Peroni.
Nel frattempo la Peroni non solo aveva ottenuto da Umberto I la menzione ufficiale di fornitore della Casa Reale, ma nel 1886 era stata nominata con menzione onorevole presso l’Esposizione dei prodotti nazionali.
La vera svolta per la Peroni arrivò nel 1905, quando i due fratelli, dopo un viaggio in Germania, decisero di utilizzare nella produzione la bassa fermentazione, con la convinzione che fosse il futuro per la lavorazione della birra.
Nello stesso anno la Peroni entrò in società con la più grande fabbrica di ghiaccio di Roma, garantendosi in questo modo una costante fornitura di ghiaccio per le sue birre.
Tra le due guerre l’azienda non solo migliorò gli impianti, ma acquistò varie fabbriche nel Sud e nel Centro e iniziò una serrata campagna pubblicitaria con spot alla radio e manifesti nelle grandi città e ideò anche una delle sue birre più note, il Peroncino.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il nipote di Giovanni, Franco Peroni, cominciò non solo una campagna di spot televisivi, che, con il motto “Chiamami Peroni, sarò la tua birra” sarebbero entrati nell’immaginario collettivo degli italiani, ma fece costruire a Napoli e in altre località, stabilimenti più moderni, che si rifacevano al modello lavorativo americano.
La mostra sarà visitabile fino al 30 marzo 2020, dal giovedì alla domenica dalle 15 alle 19.