Territorio - 24 gennaio 2020, 22:32

Il castello di Mirabello

Un piccolo, ma suggestivo castello, le cui mura raccontano una storia antica si trova nella frazione di Mirabello, a pochi chilometri da Pavia.

Il suo aspetto esterno, ora dimesso, non ci deve ingannare. La sua storia parte da molto lontano e le sue mura hanno visto scorrere molti degli eventi che hanno fatto della Lombardia quella che è oggi.

Un tempo questo era un grande castello, probabilmente voluto dai Visconti nel Trecento e successivamente riadattato in epoca sforzesca, per poi essere in gran parte demolito nel 1857, al punto che oggi se ne conserva solo un'ala. 

Era collegato al maniero di Pavia con una strada rettilinea, chiamata corso, oggi individuabile nel tracciato dell'attuale strada che dalla città porta a Mirabello.

Collocato nel grande parco visconteo che partiva dal castello di Pavia e arrivava fino alla Certosa, era parte integrante dell’imponente complesso che fu creato dai Visconti in quella che era la seconda capitale del ducato.

Dal castello originario si sa solo che la sua pianta era forse quadrangolare, con cortile interno, un fossato esterno e un ponte levatoio in corrispondenza dell'ingresso, anche se molte parti significative sono andate perdute.

Oggi, infatti, rimangono solo un fabbricato di due piani, in mattoni, usato in parte come abitazione e munito, al primo piano della facciata rivolta a nord, di un’interessante balconata pensile sostenuta da arcate poggianti su mensole di pietra sagomate, che s’ispira a quella del cortile della Rocchetta nel castello di Milano, oltre a essere molto simile al balcone perimetrale della torre del castello di Vigevano.

Del muro di cinta che circondava e proteggeva il parco per uno sviluppo di circa venticinque chilometri non c’è più nulla, ma ci sono ancora in parte due delle nove porte fortificate che si aprivano nella cinta e che erano munite di ponte levatoio, la prima è la porta Pescarina, nel comune di San Genesio, lungo la Strada Vigentina e la seconda è la Torre del Mangano, nel comune di Certosa di Pavia.

All’epoca del Ducato, Mirabello aveva soprattutto funzioni di luogo per lo svago e per la caccia e al tempo stesso di residenza del capitano del parco e che, dopo la caduta degli Sforza e la rovina del Parco, rimase come un’entità amministrativa autonoma.

Nel XVIII secolo a Mirabello fu unito il comune di Torre Pescarina, e nel 1841 anche il comune di Cantugno.

In seguito all’unione temporanea delle province lombarde al regno di Sardegna del 23 ottobre 1859, il comune di Mirabello, che allora era governato da un consiglio di quindici membri e da una giunta di due membri, venne incluso nel secondo mandamento di Pavia, primo circondario di Pavia, per la provincia di Pavia.

Dopo la nascita del Regno d’Italia, fino al 1863 il comune mantenne la denominazione di Mirabello e dopo quella data assunse la denominazione di Mirabello e Uniti di Pavia, essendo amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio.

Nel 1883 dal comune di Mirabello furono distaccate le frazioni di San Giuseppe, Bordoncina, Torretta, Livello, Corso e Scala e nel 1924 il comune fu incluso nel circondario di Pavia della provincia di Pavia.

Nel 1939 il comune di Mirabello e Uniti di Pavia fu diviso tra i comuni di Pavia e di San Genesio ed Uniti e da allora la sua storia diventa quella dell’Italia moderna.

Paola Montonati