Michele Zarrillo affronta la sua 13° partecipazione al Festival con la consapevolezza di chi sa di avere dalla propria parte l'esperienza: "Vengo a Sanremo - dichiara - da quarant'anni e sono ancora qui: le mie canzoni vivono di bellezza, senza aiuti o spintarelle da nessuno; sono contrario alle finte lusinghe e ai finti saluti".
Il cantante romano si sofferma poi sulla canzone in gara, "Nell'estasi o nel fango": "Ho presentato questo pezzo - prosegue - con tanto entusiasmo perché l'ho ritenuto adatto al grande pubblico, anche Amadeus e la direzione artistica l'hanno apprezzato. Il brano, che sta andando molto bene nelle radio, ci invita alla riflessione e a sperare che l'uomo non perda la forza di reagire alle avversità".
Zarrillo torna anche sul proprio passato da musicista di rock progressivo: "Chi mi conosce - conclude - sa che nei miei album e nei miei concerti quella parte della è presente, anche se in modo nascosto o non percepito. Il prog inglobava tanti generi musicali come la classica: fare delle suite di molti minuti, oggigiorno, sarebbe impensabile".