Non è semplice riassumere in un solo libro cinque secoli di carità. Loro ci sono riusciti mettendo a disposizione della città un prodotto di qualità. Andrea Ballone, giornalista de “La Provincia Pavese”, e Giuseppe Maestrone sono gli autori del volume “Un Mondo di Carità”, realizzato con la Fondazione Casa di Riposo Fratelli Carnevale, a tutti gli effetti ente che discende da una delle storiche opere pie che sono state create a Gambolò fin dal 1500.
E le opere pie sono davvero tante, a partire dall’ospedale San Leonardo fino alla recente Fondazione Carnevale, passando per l’ospedale Sant’Arcangelo che prese le mosse da un lascito del cardinal Bianchi che faceva parte dell’Inquisizione.
La Fondazione, che si ispira ai principi dell’etica cristiana, si propone, fra l’altro, di promuovere iniziative culturali che permettano di conoscere la storia e le attività dell’istituzione gambolese nel corso dei secoli. Il volume è stato realizzato attraverso l’analisi di documenti e di testimonianze legate non solo a questo ente, ma anche al vasto scenario della carità. Permette a chi verrà dopo di avere a disposizione un valido e prezioso strumento di consultazione per quanti si dedicano allo studio della realtà locale.
Un libro che «offre - come scrive Mons. don Roberto Redaelli, parroco di Gambolò - la storia delle diverse istituzioni caritative, che hanno assunto una solida organizzazione nella comunità di Gambolò per quasi cinque secoli di storia a partire dall’Ospedale San Leonardo per giungere, attraverso vicende alterne, ai giorni nostri».
In un solo volume, quindi, vengono raccontati cinque secoli di carità e assistenza in città e vengono ripercorsi gli ultimi 500 anni di vita religiosa, sociale e politica di Gambolò. È un viaggio che parte dalle prime istituzioni medievali e arriva fino alla moderna realtà che comprende il volontariato e l’imprenditoria sociale che oggi regge il tessuto della solidarietà nella città lomellina, attraverso i grandi personaggi gambolesi come il Cardinal Arcangelo Bianchi, i fratelli Carnevale, don Luigi Bazzano, Evasio e Gemma Biroli, don Giuseppe Robecchi e i tanti missionari.