Attualità - 08 marzo 2020, 06:39

Coronavirus: il premier Conte firma il decreto, la Lombardia e altre 14 province chiuse fino al 3 aprile

Il premier ha illustrato il provvedimento che mette in quarantena la Lombardia e 14 province fino al 3 aprile: «Ci si muoverà solo per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. Chi ha febbre a 37.5 e infezioni respiratorie invitato a stare a casa. Bar aperti con restrizioni dalle 6 alle 18»

Il premier Giuseppe Conte ha parlato in diretta ai cittadini nel cuore della notte illustrando i punti del decreto definitivo valido fino al 3 aprile che firmerà in giornata, entrerà subito in vigore e che sarà in alcuni punti diverso dalla bozza circolata ("Un infortunio inaccettabile la sua diffusione perché lo stavamo formando e non era definitivo: ha creato allarme, insicurezza, incertezza e confusione").

«Abbiamo creato due aree del Paese soggette a restrizioni - ha detto Conte - una riguarda la Lombardia e le province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano Cusio Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia: a questo territorio applichiamo restrizioni più rigorose. Poi ci sarà un regime per la restante parte del territorio italiano».

«Per la Lombardia e per queste province ci sarà il vincolo di evitare ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori ma anche all'interno dei territori. Ci si muoverà solo per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. E' consentito il rientro presso il proprio domicilio o residenza per chi ne avesse necessità».

«Ci sono altre misure molto rigorose: d'ora in poi ai soggetti con sintomatologia da infezioni respiratorie o febbre maggiore di 37,5 gradi è fortemente raccomandato di rimanere presso il proprio domicilio, limitare al massimo i contatti sociali e contattare il proprio medico curante. E' bene che in queste condizioni si rimanga a casa».

«C'è il divieto assoluto di mobilità per i soggetti sottoposti alla misura della quarantena ovvero positivi al virus».

«Sono sospesi eventi e competizioni sportive di ogni ordine e disciplina. Eventi e competizioni con atleti professionisti o di categorie assolute che partecipano a giochi olimpici, manifestazioni internazionali o nazionali sono consentiti a porte chiuse o all'aperto in assenza di pubblico».

«Sono sospese tutte le manifestazioni organizzate, eventi in luogo pubblico o privato, manifestazioni ludico culturali e sportive, religiose o fieristiche».

«Sono sospesi eventi in cinema, teatri, pub, scuole di ballo, sale gioco o sale bingo e discoteche poiché non possiamo più permetterci aggregazioni di persone».

«Sono sospese le attività didattiche nelle scuole e nelle università salvo quelle a distanza».

«Sono sospese le cerimonie civili e religiose, comprese quelle funebri. E' consentita solo l'apertura dei luoghi di culto ma con l'adozione di alcune misure tali da evitare assembramenti di persone».

«Sono chiusi musei, istituti e luoghi di cultura».

«Sono consentite le attività di ristorazione bar ma solo dalle 6 alle 18 con obbligo a carico del gestore di predisporre il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro: la sanzione prevista in caso di violazione è la sospensione dell'attività. Non possiamo più permetterci che le persone possano contagiarsi in questi luoghi».

«Altre limitazioni le leggerete nel testo che in giornata pubblicheremo nella sua dimensione definitiva da me firmata: queste erano le più importanti».

«Per quanto riguarda il resto d'Italia: sono previste restrizioni meno severe come la sospensione di congressi, meeting e convegni con personale sanitario. Sospesi anche spettacoli cinematografici e teatrali, pub, discoteche e locali assimilati, musei e luoghi di cultura. Ristorazione e bar restano aperti ma solo con l'obbligo della distanza di sicurezza. Competizioni sportive solo a porte chiuse, sospese le attività didattiche».

«Stiamo affrontando un'emergenza con consapevolezza, verità e trasparenza. Ci stiamo muovendo con lucidità, coraggio, fermezza e determinazione per contenere la diffusione del contagio ed evitare il sovraccarico delle strutture ospedaliere». 

«Non abbiamo più le zone rosse stabilite all'inizio a Vo', in provincia di Padova, e nei 10 comuni del Lodigiano: non terremo più quelle persone confinate e a loro va il mio abbraccio caloroso. Ora ci sono misure restrittive per un'area molto più allargata: non aveva senso tenere zone piccole così isolate rispetto a una diffusione del contagio che riguarda l'intera Lombardia e altre province».

«Alcune strutture ospedaliere sono in difficoltà: abbiamo già predisposto il vincolo della solidarietà interregionale, c'è quindi la possibilità di redistribuire i pazienti che ne hanno bisogno tra le diverse regioni. Oggi è stato sottoscritto un contratto che ci consente di dar vita a una linea produttiva tutta italiana di apparecchiature per la terapia intensiva e sub intensiva: abbiamo già 320 nuove apparecchiature ma arriveremo a quota 500 in un mese. Così come abbiamo attivato le linee produttive della filiera Italia per i dispositivi di protezione individuale».

«Queste misure creano disagio e impongono sacrifici anche molto grandi ma è il momento dell'auto responsabilità. Dobbiamo osservare tutti queste regole per tutelare la salute dei nostri cari, dei genitori e soprattutto dei nostri nonni: sono le persone più anziane le più esposte ai rischi di questo virus». 

«Ci assumiamo tutta la responsabilità politica di queste decisioni: ce la faremo e marceremo uniti e compatti»

«Ci predisponiamo a varare anche le misure economiche: abbiamo chiesto lo scostamento di 7.5 miliardi anche attraverso un dialogo con le forze di opposizione. Ci assumiamo la gestione e la conduzione di questa battaglia in cui tutti devono essere partecipi».

«Vi invito a essere fiduciosi perché noi ce la faremo».

«I controlli sull'osservanza delle misure verranno fatti dalle forze di sicurezza e di polizia che saranno legittimate a fermare i cittadini e a chiedere spiegazioni sui motivi degli spostamenti. Le giustificazioni possibili per spostarsi saranno comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute». 

«E' improprio parlare di zona rossa: il divieto assoluto di uscita valeva solo per Vo' e per i dieci comuni. Qui non c'è un divieto assoluto di trasferimento da questa area del Nord al resto del territorio ma ogni spostamento andrà motivato. C'è una ridotta mobilità».

«Treni e aerei: non si ferma tutto ma dobbiamo entrare nell'ottica delle regole da rispettare. Dovremo tutti essere più responsabili. Non dovremo creare occasioni di contatto».

redazione online Varese