Economia - 07 aprile 2020, 16:22

FARE SQUADRA. Sport in ginocchio: compensi da pagare e redditi azzerati. Si pensa a ripartire dal settore giovanile. I dati dell'inchiesta

La nostra rilevazione sul settore sportivo evidenzia uno scenario drammatico: il 78,9% pensa di non riuscire a pagare stipendi o compensi ma non chiuderà, il 60% attende le misure del Coni. Quote e abbonamenti già versati? Verranno scontati sulla prossima stagione

La rilevazione condotta dal nostro gruppo editoriale sul settore sportivo presenta uno scenario terribile, a tratti apocalittico. Le risposte, vere e pesanti, indicate da chi ha contribuito all'indagine on line evidenziano un settore in grande crisi che fa i conti in modo fortissimo con gestioni leggere, ancorché di società magari blasonate, tra rimborsi spese e contratti "fantasiosi" per sportivi ed istruttori.

Hanno partecipato all'inchiesta società dilettantistiche, atleti, istruttori e gestori di palestre nonché operatori della filiera sportiva, alternando situazioni senza dipendenti a quelle con oltre 200 iscritti.

Il 78,9% dichiara che non potrà pagare stipendi o compensi ai propri dipendenti, istruttori, atleti e collaboratori. Per interpretare questo dato occorre calarsi nella realtà del mondo sportivo e sapere cosa sono i "contrattini" e cosa accade nelle ore extra: far finta di non vedere oggi rende tutti più deboli. Il dato è da brividi.

Le realtà sportive non pensano minimamente di chiudere (78,9%), guardando alle prossime stagioni sportive, ma sono consapevoli che a rimetterci per primo sarà il "personale" con cui c'erano accordi.

Oltre il 60% attende le misure del Coni per far fronte alla crisi, però già circa il 30% dichiara che chiederà al personale di rinunciare in toto o in parte ai compensi.

Solo il 26% dichiara di riuscire a pagare tasse (sportive) e imposte statali. Questo avrà l'effetto di una debacle sulle casse delle Federazioni, che dovranno decidere a breve che politica adottare per sostenere le iscrizioni ai campionati. Il rischio è quello di una riduzione anche drastica delle squadre per le varie discipline.

Oltre il 60% dichiara che in merito ad abbonamenti o quote pagate ma non totalmente usufruite la strada principale sarà quella di farle usare nella nuova stagione o alla riapertura, pena la rinuncia agli importi; nessuno ipotizza o può permettersi la restituzione, ancorché parziale, e chiederà esplicitamente a genitori, atleti e iscritti di allinearsi a questa esigenza.

Oltre il 70% degli atleti si è messo il cuore in pace su stipendi e rimborsi e sa che dovrà rinunciarvi: il dato conferma le indicazioni delle società sportive e quindi identifica una netta linea di condotta del reparto. A questo si aggiunge il dato degli stipendi non erogati in marzo (oltre 70%) che crea preoccupazioni per la vita quotidiana, sopratutto per i dipendenti non normati da contratto o legati, eufemisticamente, in modo "leggero"...

I gestori indicano al 60% circa la difficoltà a pagare utenze ed affitti delle strutture chiedendo a gran voce interventi su queste voci e sui contributi.

Il compito di tutela e sostentamento delle attività sportive è indicato in modo chiaro nel Coni e nelle singole Federazioni.

Le sponsorizzazioni sono un tema pericoloso, per la maggior parte saranno disattese o pagate in ritardo alla luce del fatto che per oltre il 75% i campionati sono finiti.

Per il 90% la grande preoccupazione sono gli annullamenti dei tornei giovanili, che da sempre sono fonte di reddito per le società, nonché le chiusure di bar e negozi interni, un fatto che azzera i redditi: la perdita media stimata va dal 40% al 60% delle risorse annuali.

Per il 61% tutta la ripresa dovrà puntare sui settori giovanili ed è per questo che l'obiettivo indicato è quello di mettersi al lavoro per la nuova stagione sportiva o, comunque, su una ripartenza attesa dopo l'estate.

Liberi i commenti, lo scenario della nostra rilevazione è questo.

Chi vuole ricevere l'inchiesta completa via mail può scrivere a media@morenews.it 

 

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