Attualità - 13 aprile 2020, 10:17

L’appello dei sindaci anche Adl si unisce per chiedere al governo un “Cura città” da 5 miliardi

Durante il tavolo di confronto i sindaci avvertono che i Comuni, così come le Province e le Città Metropolitane, stanno subendo la crisi esattamente come le imprese e le famiglie

Ratti, coordinatore Amministratori della Lomellina: “Appoggiamo il documento “Cura Città” senza guardare i colori politici ma per il bene della “cosa comune” e quindi dei nostri cittadini. Anche i nostri Comuni stanno subendo la crisi esattamente come le imprese e le famiglie perché non hanno più entrate fiscali e le vedranno fortemente diminuite per tutto il 2020 per questo motivo il documento viene sottoscritto anche dai sindaci lomellini di AdL”.

L’appello, firmato dai sindaci italiani, ha lo scopo di lanciare l’allarme al governo Conte II perché, come hanno giustamente dichiarato i sindaci delle città metropolitane: senza i Comuni l’Italia crolla.

Capofila nel lanciare l'Sos sono Matteo Ricci (Pesaro), Beppe Sala (Milano), Dario Nardella (Firenze), Federico Pizzarotti (Parma), Giorgio Gori (Bergamo).

Durante il tavolo di confronto i sindaci avvertono che i Comuni, così come le Province e le Città Metropolitane, stanno subendo la crisi esattamente come le imprese e le famiglie perché non hanno più entrare fiscali e tariffarie e le vedranno fortemente diminuite per tutto il 2020.

Grossi: “Se le grandi città non riscuotono più la tassa di soggiorno, le tariffe dei parcheggi, i ricavi da ingressi musei comunali, i bus turistici, i piccoli e medi comuni dovranno vedersela con le rette di nidi e asili, l’occupazione di suolo pubblico, la Tari, vedranno ridotte le entrate dall’addizionale Irpef comunale, imposte di pubblicità ecc.

È inoltre presumibile che alcune di queste entrate mancheranno anche per il bilancio 2021. Stessa cosa avviene per le società partecipate, con ripercussioni sui bilanci dei comuni e nei servizi ai cittadini. E, a differenza dello Stato, noi non possiamo fare bilanci in deficit”.

Nel documento si legge che “I Comuni, nonostante ciò, stanno dando prova di grande efficienza e velocità, come nella distribuzione immediata di 400 milioni di buoni spesa alle famiglie più in difficoltà. Ad appena 10 giorni dal decreto almeno 2 milioni di famiglie hanno già ricevuto il voucher per la spesa.

Serve quindi nel decreto di aprile un'azione shock sugli enti locali, con almeno 5 miliardi di euro stanziati e poteri speciali per i sindaci nel 2020 per far ripartire i cantieri e velocizzare gli investimenti.

Se saltano gli enti locali salta la coesione sociale e il paese, mentre invece i sindaci devono diventare le 8 mila colonne sulle quali far poggiare la ricostruzione del paese.

Serve quindi un intervento da 5 miliardi di euro da ripartire tra:

1) fondo speciale da suddividere tra comuni, province e città metropolitane a copertura delle mancate entrare sopra citate

2) avanzi liberi per tutti

3) portare il fcde (fondo crediti di dubbia esigibilità) al 60%

Hanno sottoscritto l’appello:

Grossi Matteo sindaco di Sant’Angelo Lomellina

Michele Ratti sindaco di Nicorvo

Giuseppe Cirronis sindaco di Palestro

Chiara Rocca sindaco di Gropello Cairoli

Marini Claudio sindaco di Pieve Albignola

Roberto Francese sindaco di Robbio

Silvia Ruggia sindaco di Lomello

Gabriele Bonassi sindaco di Castelnovetto

Luigi Pasqualetto sindaco di Velezzo Lomellina

Giovanna Falzone sindaco di Cilavegna

Marco Bagnoli sindaco di Cergnago

Paola Patrucchi sindaco di Cozzo

Riccardo Berzero Taccone sindaco Rosasco

Francesco Maria Perotti sindaco di Dorno

Mussi Claudia Maria Cecilia sindaco di Villanova d'Ardenghi