Un magazzino angusto e invaso da miasmi nauseabondi, sprovvisto di acqua potabile e di impianto di riscaldamento, un bagno dotato di solo WC e privo di altri sanitari, una coltre di muffa al soffitto ed alle pareti: vivevano qui dal luglio scorso a pochi passi dal centro storico e dalla stazione di Novara marito e moglie di origine nigeriana, lei al nono mese di gravidanza, immigrati irregolari.
Li hanno scoperti gli agenti della Polizia di Stato di Novara, durante un controllo a seguito di una segnalazione dei vicini. Per usufruire dell’orribile tugurio la coppia versava mensilmente 300 euro in nero alla proprietaria, una donna originaria della provincia di Ragusa. I due hanno raccontato di aver consegnato il denaro in contanti alla figlia della proprietaria. A riprova di quanto riferito sono stati forniti gli screenshot dei messaggi, sia scritti sia vocali, che la proprietaria inviava per sollecitare il pagamento dei canoni mensili. Dai messaggi risulta anche chiara la volontà della proprietaria di non procedere alla stipula di un regolare contratto di locazione. Gli agenti, con l’ausilio di una squadra dell’Enel, è stato accertato il furto di energia elettrica tramite l’allaccio a monte del contatore, risalente ad un momento comunque precedente all’entrata nell’appartamento dei due attuali occupanti. Il marito è stato indagato in stato di libertà per la violazione ad un decreto di espulsione, ed è stato nuovamente espulso. La donna, in considerazione dell’assoluta inidoneità dell’immobile soprattutto per le sue condizioni, è stata accompagnata in ospedale dalla Croce Rossa e con il suo consenso collocata in una struttura di accoglienza d’intesa con i Servizi Sociali del Comune di Novara.
Nello stesso stabile la Polizia ha scoperto un altro alloggio, occupato da tre cittadini stranieri di origine nigeriana, introdotti nell’alloggio da una loro connazionale dietro pagamento di un canone mensile di 50 euro ciascuno. Anche questa abitazione è risultata essere priva di energia elettrica, in pessimo stato igienico-sanitario, sprovvisto di acqua potabile, completamente fatiscente nelle strutture e negli impianti, con cumuli di rifiuti di ogni genere. I locali sono stati sottoposti a sequestro preventivo. Uno degli occupanti, irregolare sul territorio nazionale, è stato denunciato per violazione di un decreto di espulsione e, unitamente ad uno dei compagni, è stato nuovamente espulso.
Per quanto riguarda la proprietà dell’appartamento in questione, è stato accertato che l’ultimo proprietario non sarebbe più tale, in quanto l’istituto bancario ha fatto valere il diritto di ipoteca a fronte del mancato pagamento delle rate di mutuo.