Niente piu’ burqa o niqab in Svizzera. Con una risicata maggioranza, pari al 51,2% e 20 cantoni su 26, gli elettori elvetici hanno approvato il referendum sul testo di modifica costituzionale che vieta di celare il volto in tutti i luoghi pubblici, in particolare nelle strade, nei trasporti pubblici o negli stadi e riguarda anche tifosi e manifestanti. Al termine di un’accesa campagna, la percentuale dei voti favorevoli rispecchia l’esito incerto previsto dagli ultimi sondaggi, ma la proposta si e’ imposta senza difficolta’ nella stragrande maggioranza dei cantoni: con 20 a favore e appena 6 contrari (Basilea Citta’, Zurigo, Appenzello Esterno, Ginevra, Berna e Grigioni).
In 15 cantoni svizzeri e’ gia’ in vigore il divieto di coprirsi il viso in occasione di manifestazioni ed eventi sportivi, mentre la proibizione del velo integrale negli spazi pubblici e’ prevista solo in Ticino e nel Canton San Gallo. Sara’ ora esteso a livello nazionale, come gia’ in Francia, Austria, Bulgaria, Belgio e Danimarca.
La norma approvata prevede eccezioni al divieto di coprire il volto solo per i luoghi di culto e per motivi inerenti a salute, sicurezza, condizioni climatiche e usanze locali, come quelle legate al carnevale. Sono invece escluse eccezioni per le turiste, che in gran parte arrivano dai Paesi del Golfo.
Sia pure di misura e’ una vittoria della destra conservatrice e del Comitato di Egerkingen (gia’ sponsor del referendum col quale nel 2009 venne vietata la costruzione dei minareti) che hanno promosso la consultazione, ma alla quale hanno contribuito anche settori politicamente assai lontani come la sinistra laica, i movimenti femministi e le musulmane liberali che giudicano il velo integrale lesivo della dignita’ delle donne.
L’esito del voto sconfessa il governo, schierato contro l’iniziativa giudicata eccessiva, e indica una mobilitazione in favore del ‘si” ben oltre i simpatizzanti dell’Unione democratica di centro (Udc, destra conservatrice), principale forza politica del Paese che ha fatto campagna per la modifica costituzionale. Per il presidente dell’Udc Marco Chiesa, il Si’ delle urne costituisce un chiaro segnale contro l’Islam radicale, contro i delinquenti mascherati e per la pacifica convivenza in Svizzera. Sul fronte opposto, il presidente del gruppo socialista nelle Camere federali, Roger Nordmann, ritiene che l’esito della votazione non risolve alcun problema ma rispecchia la somma di “due Si'”: alla linea anti-stranieri dell’Udc si e’ aggiunta quella laica contro i simboli religiosi nello spazio pubblico, ha affermato.
Per i contrari all’iniziativa, benche’ burqa e niqab urtino la cultura elvetica, il divieto imposto dall’iniziativa era esagerato, soprattutto se si considera che nel Paese le donne che indossano il velo integrale e’ stimato in poche decine.
Articolo tratto dal sito partner www.ticinonotizie.it