Cronaca - 10 aprile 2021, 17:19

Così la banda assaltava i magazzini di alcolici e prodotti ittici: 100mila euro il bottino

Sopralluoghi accurati, telefonini spenti, mezzi di trasporto rubati: il modus operandi della banda finita in carcere

Sceglievano l'obiettivo da svaligiare e, prima di agire, effettuavano sopralluoghi accurati e si procuravano mezzi rubati con i quali asportare la merce. Era una banda organizzata e molto attenta quella individuata dagli uomini della Squadra Mobile della Questura di Vercelli, guidati dal dirigente Gianluca Tuccillo.

Nel loro mirino, oltre a Partesa e Mavi Pesca di Vercelli e a Canal Bibite di Priocca, dove sono andati a segno i furti più importanti (per un valore complessivo di quasi 100mila euro), sono finite anche altre attività nella quali, tuttavia, i colpi non sono poi stati portati a segno per qualche intoppo.

«In un momento di oggettiva difficoltà economica come quella che stiamo vivendo - ha rilevato il questore, Maurizio Di Domenico - furti di questa entità rappresentano un grave attacco al sistema economico e agli operatori. Anche per questo motivo l'operazione della Mobile è sicuramente di rilievo e va giustamente sottolineata per gli importanti risultati ottenuti».

Gli assalti, organizzati in modo meticoloso, venivano condotti di notte: la banda, dopo aver forzato gli accessi ai capannoni, provvedeva a caricare su mezzi, spesso rubati, il bottino e, nel caso, a manomettere anche il sistema di sorveglianza. I telefonini privati venivano spenti e le comunicazioni avvenivano solo attraverso un codice di squilli emessi da telefonini utilizzati solo per il furto e poi spenti.

Nonostante questo è stato proprio grazie a un filmato, relativo al furto da Partesa, che l'indagine ha potuto prendere il via. Dalle immagini si è infatti appurato che gli autori erano  quattro soggetti giunti a Vercelli a bordo di un furgone del quale si riusciva a risalire alla targa, scoprendo che era stato rubato alcuni giorni prima a Torino. Gli Uomini della Squadra Mobile riuscivano, inoltre, a risalire all’autovettura utilizzata dal cosiddetto “palo” della banda e all’identità dello stesso che veniva identificato in un 44enne cittadino romeno residente a Torino, privo di precedenti penali.

Nel prosieguo dell’attività di indagine, monitorando gli spostamenti e le frequentazione del “palo” della banda, si riusciva a risalire all’identità del secondo uomo, un 48enne romeno, anch’egli residente a Torino, pluripregiudicato per reati contro il patrimonio. Una volta capito il modus operandi, gli uomini della Mobile hanno tenuto d'occhio la banda e, prima di uno di questi sopralluoghi, sono riusciti a identificare il terzo e il quarto uomo, due cittadini romeni residenti a Torino e pluripregiudicati per reati contro il patrimonio, rispettivamente di 33 e 42 anni.

Tutti gli indizi raccolti hanno poi portato investigatori e Procura - a coordinare l'indagine è stato il sostituto Carlo Ingrovigne - a chiedere e ottenere le misure cautelari eseguite sabato mattina. Sono state avviate ulteriori indagini per verificare se i malviventi si siano resi responsabili di altri episodi delittuosi oltre a quelli descritti.