Cronaca - 15 novembre 2021, 21:28

Sebastiano Bianchi spiega la fuga: «Non sopportavo più che altri intravedessero disagio in me»

Usa Instagram il giocatore dei Knights Legnano Basket per dire cosa gli è scattato in quei due giorni di fuga volontaria e spiegare le motivazioni del suo allontanamento. Il malessere e l'affetto percepito: la spinta decisiva per ravvedersi e ritornare a casa. Domani in palestra ritroverà i compagni di squadra, la sua “seconda famiglia”

Una storia Instagram per spiegare le motivazioni del suo allontanamento volontario di 48 ore, prima del ritorno a casa, nella tarda serata di mercoledì scorso. Usa i social Sebastiano Bianchi, il giocatore dei Knights Legnano Basket che domani sarà reintegrato in rosa e riabbracciato dai compagni alla ripresa degli allenamenti in palestra, per dire cosa gli è scattato in quei due giorni di fuga, dove tutte le ipotesi, anche le più terribili, erano state fatte dai suoi stessi affetti: «Chiedo scusa per il mio gesto e tutte le conseguenze che ha causato, l’intento non era quello di spaventare o creare panico e preoccupazione – le parole di Bianchi - Il mio scopo era l’opposto: da mesi ormai sono tornato a essere schiavo di pensieri negativi che credevo di aver lasciato alle spalle definitivamente, in un momento di profonda crisi non ho trovato via d’uscita se non quella di sparire, in silenzio, senza disturbare».

Il malessere. «Non sopportavo più che altri intravedessero questo enorme disagio in me e ne fossero appesantiti o che subissero la mia sofferenza. Ma non si può scappare da se stessi». 

L’affetto. La spinta decisiva per ravvedersi e ritornare a casa, dopo l'appello dei compagni di squadra – la sua “seconda famiglia” - a “Chi l'ha Visto”. «Ringrazio chiunque abbia dedicato un pensiero o un messaggio a me e soprattutto alla mia famiglia; ho realizzato che ci sono tante persone disponibili ad aiutarmi e sostenermi, nonostante il modo eccessivo di essere e di vivere, ho lasciato qualcosa di buono in voi come voi in me. Vi assicuro che ho sentito questo bene e ne sono sinceramente grato».