Economia - 24 novembre 2021, 07:00

Informatore scientifico del farmaco: chi è e quanto guadagna?

Sconosciuto al grande pubblico, l'informatore scientifico del farmaco è prima di tutto un “viaggiatore”: sempre su e giù per il territorio di sua competenza, quasi senza fissa dimora e la sua auto aziendale funge da ufficio.

Sconosciuto al grande pubblico, l'informatore scientifico del farmaco è prima di tutto un “viaggiatore”: sempre su e giù per il territorio di sua competenza, quasi senza fissa dimora e la sua auto aziendale funge da ufficio. Sia che si rivolga a medici generici o specialisti, o anche a medici ospedalieri, la sua missione è la stessa: informare i medici sui nuovi farmaci, sulla formula ed il costo di alcuni dei farmaci commercializzati dall’azienda con cui collabora.

Un lavoro sul campo che presuppone un innato senso di pubbliche relazioni, tanto più che un informatore scientifico visita mediamente sei o sette medici al giorno. Deve saper ascoltare il medico per conoscere il suo tipo di clientela ed essere in grado di fornire le giuste informazioni di cui ha bisogno sui nuovi farmaci. Questo lavoro richiede anche un buon livello tecnico. Da qui l'importanza della formazione iniziale, che prevede un percorso di studi analogo a quello di farmacisti e chimici farmaceutici, chiamati a continui corsi di aggiornamento e approfondimento per restare al passo con i tempi e non perdersi neanche una delle ultime scoperte medico-scientifiche.

Quali sono le sue mansioni?

Di fatto, l’informatore scientifico del farmaco si occupa di raccogliere informazioni e specifiche sui vari prodotti per poi “promuoverne” effetti e benefici presso medici di base, specialisti, chirurghi e altro personale medico. Il suo compito, pertanto, è quello di informare e formare la classe medica nella zona geografica di competenza sulle ultime novità in campo farmacologico, mostrando le proprietà terapeutiche, le controindicazioni, i modi d’impiego e la posologia ottimale.

Quanto guadagna?

Si tratta di una professione di alto livello, che garantisce ovviamente una retribuzione adeguata al ruolo e che può variare dai 25 mila ai 50 mila euro lordi annui. Ma il suo compenso può dipendere da molti fattori legati agli obiettivi aziendali che deve raggiungere. Se dovesse riuscire a superare gli standard stabiliti dalla “casa madre” il suo stipendio potrà crescere in maniera esponenziale, in funzione dei bonus pattuiti. Tutto dipende comunque dal contratto con la casa farmaceutica.  

Quali sono gli adempimenti fiscali di un informatore scientifico a partita Iva?

Riguardo a questa professione sono state molte le variazioni legislative fiscali avvenute negli ultimi anni e stabilire a quale regime fiscale appoggiarsi non è del tutto chiaro. Sono innumerevoli i dubbi che attanagliano gli informatori scientifici, soprattutto se approdano per la prima volta in questo ambiente. Le domande più frequenti per mettersi in regola sono: è necessario aprire una Partita IVA? Quali contributi previdenziali ci sono da pagare? Quale professionista dovrà seguire questo tipo di contabilità? Ecco perché rivolgersi ad un consulente fiscale esperto in materia, che potrà aiutare a ottimizzare le tempistiche e a rimanere sempre aggiornati sulle norme vigenti per l'ambito professionale. Se si sceglie di esercitare la libera professione, la prima cosa da fare sarà informarsi su come aprire la Partita Iva.

Apertura della partita Iva

L’apertura della Partita IVA da informatore scientifico del farmaco oggi si può eseguire anche in modalità telematica, per cui è consigliabile affidarsi a piattaforme specializzate online. Fiscozen ad esempio, è un portale specializzato in materia fiscale che metterà a disposizione dell'utente uno staff di professionisti del settore. Staff che sarà a disposizione del cliente per ogni tipo di informazione, chiarimenti e consulenze personalizzate e soprattutto saprà consigliare la soluzione più idonea per risparmiare su apertura e gestione della Partita Iva.