Economia - 29 aprile 2022, 11:39

Aumentano del 59% in Lombardia le denunce per infortuni sul lavoro

La Uil commenta i dati pubblicati dall'Inail relativi alla nostra regione, dove sono stati 35 le morti "bianche", con un incremento del 29,6%. Dacquino (Uil Lombardia): «Siamo in presenza di una vera e propria guerra civile che si sta consumando sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori»

Dati che allarmano quelli pubblicati dall’Inail, nella Giornata mondiale per la Salute e la Sicurezza sul lavoro.

Secondo i dati rilevati al 31 marzoa livello nazionale le denunce di infortunio sul lavoro presentate nei primi tre mesi dell’anno sono state 194.106, in aumento del 50,9% rispetto alle 128.671 del primo trimestre del 2021, 189 delle quali con esito mortale, con un incremento rispetto a marzo 2021 sia dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati dai 115.286 del 2021 ai 176.545 del 2022 (+53,1%), sia di quelli in itinere con un aumento del 31,2%, da 13.385 a 17.561.

In aumento anche le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 14.517 (+6,9%).

In Lombardia le denunce di infortunio sul lavoro sono state 38.154, in aumento del 59,6% rispetto i primi tre mesi del 2021, delle quali 35 con esito mortale (+ 29,6%), in aumento significativo nella gestione Industria e servizi, e 770 le denunce di malattia professionale.  

«Questi dati – evidenzia Eloisa Dacquino, segretaria Uil Milano e Lombardia – confermano purtroppo quanto denunciamo da tempo: siamo in presenza di una vera e propria guerra civile che si sta consumando sulla pelle di lavoratrici e lavoratori che bisogna con ogni mezzo fermare. La recrudescenza del dato infortunistico, segnatamente nella nostra regione, testimonia che le azioni di prevenzione e gestione dei rischi finora adottate sono assolutamente insufficienti e inadeguate».

«Le istituzioni, le associazioni datoriali e gli enti preposti alla vigilanza  che in questa settimana siedono ai diversi tavoli dedicati al tema della sicurezza sul lavoro, diano un segnale concreto a tutela della vita e della salute delle persone, abbandonando un approccio burocratico: abbiamo necessità di investimenti e impegno concreto, corale e condiviso su formazione, prevenzione e controlli, che tuteli la vita delle persone e renda il lavoro un luogo sicuro» conclude Dacquino.