Cronaca - 14 ottobre 2022, 17:14

“Regolarizzavano” colf e badanti, due arresti a Busto

Avevano fatto ottenere il permesso di soggiorno a 14 egiziani che non ne avevano diritto, dietro il pagamento di somme di denaro. Agli arresti domiciliari un uomo e una donna dopo le indagini di Commissariato e Procura di Busto

Nella giornata di ieri - 13 ottobre - la Polizia di Stato di Busto Arsizio ha dato esecuzione ad una Ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari, che ha disposto la custodia cautelare agli arresti domiciliari per un uomo e una donna, italiani, per il reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

Dalle indagini svolte dal Commissariato di via Ugo Foscolo e coordinate dalla Procura della Repubblica di Busto è infatti emerso che i due, un pregiudicato residente nel circondario e l'ex titolare di un'agenzia di pratiche per stranieri, avevano messo in opera un collaudato meccanismo per realizzare guadagni illeciti permettendo di "regolarizzarsi" a stranieri senza i requisiti per ottenere il permesso di soggiorno.
Lo strumento utilizzato era la "sanatoria", ovvero il Decreto-Legge che permetteva ai datori di lavoro con minimi requisiti patrimoniali di dichiarare un preesistente rapporto con uno straniero, impiegato in particolare come colf o badante.

Era sufficiente la presentazione della domanda, e quindi l'esibizione da parte del lavoratore della relativa ricevuta, per mettere lo straniero in una condizione di inespellibilità.

Nel caso in cui il rapporto fosse stato effettivamente sanato, dando così diritto al permesso di soggiorno per lavoro, anche se licenziato, subito dopo lo straniero aveva comunque diritto a un permesso di soggiorno "per attesa occupazione".
I due indagati, quindi, si erano organizzati per trovare e mettere in relazione stranieri irregolari, che grazie alla sanatoria figuravano come colf o badanti pur non avendo mai lavorato, e italiani compiacenti o addirittura ignari, che assumevano il ruolo di "datori di lavoro" senza esserlo mai stati e spesso senza nemmeno poterlo essere, perché privi dei minimi requisiti patrimoniali o addirittura percettori di reddito di cittadinanza.        

L'intervento dei due non era naturalmente disinteressato, né gratuito perché gli stranieri, pur di ottenere l'agognato permesso, dovevano sborsare somme di denaro.

Le indagini della Polizia di Stato e della Procura della Repubblica hanno documentato con certezza almeno 14 casi di stranieri così "regolarizzati", tutti di nazionalità egiziana.