Cronaca - 16 ottobre 2023, 15:03

Vercelli: una rapina e sei furti con strappo tra agosto e ottobre: per "Bonnie & Clyde" si aprono le porte del carcere

Colpivano in città, depredando le vittime di catenine e oggetti di valore che poi rivendevano. Arrestati in flagranza dopo un'indagine dei Carabinieri

Li hanno ribattezzati “Bonnie & Clyde” per il numero di colpi portati a segno ai danni di persone per lo più anziane, aggredite all'improvviso nei pressi delle abitazioni, in luoghi più o meno appartati o in orari insoliti. Un modus operandi che ha rappresentato il “marchio” della coppia: lui, un romeno di 36 anni e lei una moldava di 35, già noti alle forze dell'ordine per reati contro il patrimonio.

A porre fine ai loro atti criminosi, sette tra rapine e furti con strappo messi a segno tra agosto e ottobre in varie zone della città, un'indagine condotta dai Carabinieri della Stazione di Vercelli e coordinata dal sostituto procuratore Rosamaria Iera. Messi sotto osservazione e fermati in flagranza di reato lo scorso 9 ottobre, i due sono stati arrestati e portati in carcere con accuse molto pesanti che, a vario titolo, comprendono rapina, furto con strappo, ricettazione, riciclaggio, lesioni personali.

A ricostruire l'indagine, nel corso di una conferenza stampa, la pm Iera, il tenente colonnello Walter Cappelli, comandante della Compagnia Carabinieri Vercelli, il luogotenente Pasqualino Putzolu che guida la Stazione cittadina.

 

 

A dare il via alle indagini, lo scorso 7 settembre, la denuncia da parte di una 87enne aggredita nell'androne del palazzo in cui vive da un uomo che, dopo averla presa per il collo e gettata a terra, le ha strappato una collana d'oro. Anche se ferita e sotto shock, l'anziana, è riuscita a fornire una descrizione del suo aggressore, che aveva agito a volto scoperto. Pochi giorni dopo il furto con strappo ai danni di un 58enne, anche in questo caso avvenuto da parte di un uomo a volto scoperto. Da qui, attraverso la certosina attività dei militari, si è risaliti ad altri due episodi avvenuti in agosto: il 4 un furto con strappo ai danni di una 66enne che passeggiava con il proprio cane, e il 21 del mese, all'alba, l'aggressione ai danni di una uomo al quale era stata strappata la catenina.

Mentre i carabinieri, grazie alle descrizioni fornite dalle vittime, indirizzano l'indagine verso un sospetto, il 26 settembre avviene un nuovo colpo, ai danni di una 44enne. Ad adire è sempre un uomo, ma a piazzare la refurtiva, rivendendola ai Compro Oro, è una donna che viene individuata dai Carabinieri grazie alla collaborazione dei commercianti. Convinti di riuscire a farla franca, “Bonnie & Clyde”, colpiscono a distanza sempre più ravvicinata: il 6 ottobre la vittima è una 63enne; il 9 mettono nel mirino un 73enne: ma a seguirli sono i militari dell'Arma che, dopo pedinamenti e indagini, possono intervenire mettendo le manette ai polsi dei due per portarli in carcere a Billiemme. Arresto convalidato dal giudice che ha successivamente disposto la custodia cautelare in carcere.

«Gli elementi raccolti nel corso dell'indagine – commenta la pm Iera – hanno permesso di cristallizzare le accuse e di ottenere la misura cautelare in cella, fondamentale per porre fine anche all'allarme sociale che si era creato intorno a questi episodi».

Le zone residenziali della città, da viale Rimembranza a via Baracca, alla zona degli ospedali, erano i territori battuti dalla coppia: lui aggrediva le vittime, lei si presentava dai negozianti per rivendere la refurtiva, portando a casa somme che, in alcuni casi, hanno superato i 400 euro.

L'indagine nei loro confronti, per altro, non è nemmeno del tutto conclusa. «L'uomo – aggiunge il luogotenente Putzolu – è stato riconosciuto nel video di un furto con strappo messo a segno in una provincia limitrofa. Dunque è possibile che l'attività criminale della coppia fosse anche più vasta».

I due, senza fissa dimora, soggiornavano a Vercelli, spostandosi in alcuni alberghi del centro, dai quali, per altro, si sarebbero allontanati senza pagare il conto.

«E' stata un'indagine condotta con metodi tradizionali di controllo del territorio, dialogo con le vittime e pedinamento dei sospetti – rileva il colonnello Cappelli – per la quale si è rivelata fondamentale la conoscenza che i nostri uomini hanno del territorio». 

da InfoVercelli24.it