Cronaca - 08 novembre 2023, 18:36

Caso Corbetta: assolto in Appello il presunto complice di Salvatore Furci

Era stato condannato in primo grado: tutto ribaltato nel verdetto di Appello per il 48enne albanese

Si arricchisce di un nuovo capitolo la complessa vicenda giudiziaria che ha toccato il Comune di Corbetta, col processo a carico del sindaco Marco Ballarini e del comandante della Polizia Locale Lia Vismara, entrambi assolti al termine delle indagini. Oggi è stata la volta dell’uomo finito in carcere nell’aprile 2021 che era stato, poi, condannato a 3 anni e 4 mesi, mentre oggi è stato assolto in appello “per non aver commesso il fatto”: è il cittadino albanese 48enne Mariglen Memushi, ritenuto il presunto complice di Salvatore Furci, ex comandante della Polizia locale di Trezzano sul Naviglio, nel Milanese, accusato di aver fatto piazzare, nel gennaio 2020, cinque dosi di cocaina nell’auto di Lia Vismara, comandante della Polizia locale di Corbetta.

Secondo l’accusa Furci, condannato in appello lo scorso luglio, avrebbe agito per vendicarsi del fatto che Vismara, suo superiore all’epoca, non lo aveva dichiarato idoneo dopo un periodo di prova e che non era stato assunto. Secondo le indagini, sarebbe stato l’albanese ad aiutare Furci, collocando le dosi di cocaina dentro la macchina della comandante, e avrebbe fatto una telefonata anonima alle forze dell’ordine con una fantomatica “soffiata”, accusando sempre Vismara e spacciandosi per suo pusher. In primo grado per Memushi era arrivata la condanna per detenzione e cessione di droga e calunnia.

La quinta penale della Corte d’Appello (giudici Fagnoni-Peroni Ranchet- Arnaldi), però, ha ribaltato il verdetto assolvendo l’imputato, difeso dall’avvocato Antonio Buondonno, che nel corso del processo, anche attraverso consulenze foniche, ha puntato a dimostrare che non sarebbe stato il 48enne il presunto complice di Furci. Il sostituto pg Maria Vittoria Mazza aveva chiesto la conferma della condanna del primo grado in abbreviato. Per quanto riguarda Furci in primo grado, nel settembre 2022, il giudice aveva ritenuto più grave il reato di cessione di droga, rispetto a quello di calunnia, mentre in secondo grado, in relazione alla cocaina, sempre la quinta penale d’appello aveva riconosciuto che si era trattato di “modica quantità”. Dunque il reato più grave è diventato la calunnia e da qui l’abbassamento della pena da 8 anni fino a 4 anni e 6 mesi.