Domenica 18 maggio, alle ore 16:30, tornerà ospite nella chiesetta di Santa Maria di Castello il giornalista e scrittore Umberto De Agostino, che il pubblico di Valle ha già avuto modo in passato di ascoltare e apprezzare in numerose occasioni. L’incontro, organizzato dalla biblioteca comunale “G. Marucchi” in collaborazione con l’Assessorato alla cultura del Comune, vedrà la presentazione del libro Lomellina medievale, di cui De Agostino è autore.
Per un inquadramento preliminare dell’opera sarà sufficiente fare riferimento al sottotitolo: “Le abbazie di Mortara e Breme, i Conti palatini di Lomello e i Lomellini, potenti dogi di Genova”. De Agostino torna così alla sua prima passione, la storiografia (ricordiamo le sue precedenti pubblicazioni sulla storia di Valle Lomellina, sulle principali battaglie combattute in Lomellina nel corso dei secoli e su molteplici altri argomenti di cultura locale), intervallata, nell’ultimo decennio, da una proficua incursione nella narrativa gialla. Il volume in presentazione, molto curato anche da un punto di vista grafico e ricco di illustrazioni di pregevole fattura, si presenta come un compendio al tempo stesso agile e dettagliato di storia lomellina dalle sue origini preromane fino al XVIII secolo. Con una premessa paradossale: questo libro sulla Lomellina… parte dai liguri e si chiude con i liguri! In effetti, prima della conquista romana l’odierna Lomellina era abitata da tribù liguri, estese su una porzione del Nord-Italia ben più ampia dell’attuale Liguria.
All’estremo opposto dell’arco temporale preso in esame da De Agostino si colloca la famiglia patrizia genovese dei Lomellini, sorta in seguito al trasferimento a Genova, all’inizio del XII secolo, di un esponente dei conti di Lomello, di nome Gandolfo: 400 anni dopo un discendente di questa famiglia, Battista, assurgerà alla carica di doge – il primo dei sette Lomellini che, tra il 1533 e il 1799, verranno investiti di questo onore. Per evitare il rischio della dispersività, De Agostino organizza la sua materia intorno ad alcuni punti nevralgici, che fungono da catalizzatori dell’indagine storica. Innanzitutto, Lomello, il centro abitato dal quale l’intera regione prende il nome (una curiosità: la prima attestazione del toponimo Laumellina si legge in un diploma del 1019 dell’imperatore Enrico II).
Collocata in una posizione strategica, cioè lungo la direttrice che da Roma, cuore dell’impero, conduce alle Gallie, Lomello acquisisce sempre più importanza come luogo di sosta e di rifornimento. Dopo aver raggiunto il massino splendore nel periodo longobardo, tanto da diventare addirittura una sorta di contraltare della capitale Pavia, con il Sacro Romano Impero diventa sede comitale, fino alla sua distruzione ad opera dei Pavesi nel periodo delle contese tra Guelfi e Ghibellini. In secondo luogo, l’attenzione dell’autore si sposta sul monachesimo in Lomellina, un fenomeno capace di plasmare il territorio attraverso la fondazione di monasteri, abbazie e luoghi di culto.
È il caso delle abbazie di Sant’Albino e di Santa Croce a Mortara, o di quella di San Pietro a Breme, delle quali De Agostino traccia un esauriente quadro storico, sottolineando l’importanza che esse hanno avuto sotto molteplici aspetti (non solo quello religioso) nello sviluppo dei centri abitati e delle comunità che le ospitano. In terzo luogo, come ho già accennato, la fortuna della famiglia dei Lomellini dalla contea di Lomello al dogato di Genova. Il discorso di De Agostino si muove attraverso queste tre direttrici.
Ciò che preme maggiormente all’autore è la messa a fuoco di quei passaggi fondamentali che, nel corso dei secoli e tra alterne vicende, hanno permesso la formazione del concetto di Lomellina – hanno cioè fatto sì che questa porzione di territorio compresa tra il Po, la Sesia e il Ticino, pur con tutte le differenze e le specificità locali, maturasse l’idea di una propria peculiare identità, di una cultura specifica che travalicasse la semplice espressione geografica.
Un discorso affascinante per ogni lomellino che voglia ripercorrere a ritroso il cammino della Storia fino alla riscoperta delle proprie radici. Lo stesso percorso lungo il quale farà da guida Umberto De Agostino domenica 18 maggio, alle ore 16:30, nella chiesetta di Santa Maria di Castello a Valle Lomellina.