Cronaca - 25 maggio 2025, 11:50

Caso Garlasco, ex procuratore di Pavia: "La sentenza parla chiaro"

"Ancora oggi è vincolante"

Mario Venditti, il magistrato di Pavia che chiese e ottenne per due volte l’archiviazione di Andrea Sempio (oggi nuovamente indagato per l’omicidio di Garlasco) prova a rimettere ogni tassello al suo posto e tramite il legale Domenico Aiello diffida “ad attenersi ai fatti nella loro oggettività e continenza, evitando ulteriori narrazioni e ricostruzioni diffamatorie e lesive del decoro e del patrimonio di onorabilità del magistrato in pensione”.

Nelle indagini sull’omicidio di Chiara Poggi avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco, Venditti “non ha mai svolto la funzione di magistrato presso la allora competente Procura di Vigevano, né tantomeno nelle successive fasi dibattimentali e di impugnazione. Dunque, non ha mai rappresentato la pubblica accusa nel processo che ha condotto alla condanna di Alberto Stasi”, divenuta irrevocabile il 12 dicembre 2015. Della vicenda sul delitto di quasi 18 anni fa si sono occupati diversi magistrati, “oltre quaranta tra giudicanti e requirenti, alcuni dei quali riconosciuti tra i più autorevoli e rispettati del tempo, senza considerare i procedimenti satellite relativi a depistaggi, pedinamenti e false testimonianze”.

Tra questi si inserisce la vicenda dell’allora maresciallo dei carabinieri Francesco Marchetto – ora spesso intervistato sulla vicenda – che non sequestrò la bici nera da donna tra gli elementi cruciali nell’indagine su Stasi. Solo dopo che la condanna a 16 di carcere è diventata definitiva, con Stasi che bussa all’ingresso del carcere di Bollate, l’ex procuratore Venditti si è occupato del delitto di Garlasco. Oggi si criticano le due richieste di archiviazione (la prima nel 2017 firmata con una collega, poi nel 2020) dimenticando che sono state accolte da due diversi giudici per le indagini preliminari di Pavia.

“Ancora oggi la sentenza di condanna rimane cosa giudicata e dunque inamovibile, vincolante per le parti a presidio dei cardini costituzionali del diritto di difesa e stabilità della giurisdizione. La recente iniziativa della Procura di Pavia, del tutto legittima, dovrà in ogni caso tenere in conto il giudicato formatosi dieci anni orsono” conclude la nota.