Attualità - 17 giugno 2025, 16:31

A Vigevano la sartoria solidale della San Vincenzo De Paoli tesse “Fili di comunione” e crea abiti speciali

Nato quasi un anno fa, il laboratorio artigianale risponde ai bisogni delle persone in difficoltà

“…C’è bisogno di gente in grado di tessere fili di comunione che contrastino i troppi fili spinati delle divisioni…”. Recita così un estratto dell’omelia di Papa Francesco in occasione della LV Giornata della Pace.

Parole chiare da cui trae il nome la sartoria solidale “Fili di comunione”. Una realtà nata grazie alla Società di San Vincenzo De Paoli Consiglio Centrale di Vigevano ODV.

Era il 2019 quando un gruppetto di volontarie inizia a riunirsi per condividere le proprie esperienze lavorative. “Sferruzzavano, ricamavano o cucivano in un clima sereno, accogliente e amicale”, afferma la Presidente della Società di San Vincenzo De Paoli Consiglio Centrale di Vigevano ODV, Elisabetta Borghi.

Si riunivano nella sede della Conferenza di San Francesco della Società di San Vincenzo De Paoli.

Negli anni è sorta la decisione di creare piccoli manufatti da vendere ai banchetti natalizi: il ricavato è stato destinato alle persone indigenti. La sede della Conferenza di San Francesco ha iniziato così a tessere fili di comunione che hanno raggiunto luoghi segnati dalla povertà e superato le divisioni generate dall’indifferenza e dalle avversità, proprio come esortava Papa Francesco.

Sono iniziati i corsi di uncinetto per principianti, tutto rigorosamente gratuito, e il 29 settembre 2024 è nata la sartoria. Il piccolo laboratorio oggi conta 10 sarte e si sono alternate una quindicina di donne esperte in lavori sartoriali, ricamatrici, magliaie, alcune delle quali sono sarte in pensione che: “Si sentono più forti perché sanno di poter contare le une sulle altre. Sono un gruppo ben consolidato”, confida la Presidente Borghi.

Le porte della sartoria si sono aperte anche per donne sole con figli a carico che hanno potuto imparare il mestiere sartoriale e ricevere uno strumento che garantisca loro una maggiore autonomia.

La gioia negli occhi delle donne e di quanti frequentano la sartoria è la nostra piccola vittoria”, aggiunge Elisabetta Borghi.

Una ‘vittoria’ da assaporare giorno dopo giorno grazie a un’opera di carità che è diventata sempre più fruttuosa.

Il numero copioso di sostenitori e la partecipazione del Consiglio Centrale al Bando della Fondazione Piacenza e Vigevano con il progetto della Sartoria Solidale hanno permesso di creare un ambiente professionale con l’inserimento di macchinari all’avanguardia, protocolli di sicurezza idonei, un ricambio di tessuti e filati e una serie di utensili necessari per il lavoro sartoriale.

Con le nuove attrezzature sono stati progettati, prototipati e poi creati capi di abbigliamento su richiesta.  E non sono mancati i progressi: “Siamo riusciti a rinnovare i tempi e occuparci di Upcycling: recuperiamo dei capi dismessi e li riconfiguriamo secondo i dettami della moda del momento o su richiesta del committente. Il proposito è avere un occhio di riguardo al tema dell’ambiente e dell’inquinamento”, evidenzia la Borghi.

Un’attenzione e una cura che cerca di rispondere anche alle numerose emergenze che investono la società.

A febbraio la squadra della sartoria ha partecipato alla campagna radiofonica ‘M’illumino di meno’ nata per la sostenibilità ambientale e il risparmio delle risorse e lanciata dal programma Caterpillar di Rai Radio2. Per l’evento è stato lavorato e rinnovato un cappotto che aveva i suoi 70 anni.

La realtà ha aperto le porte anche alle nuove generazioni coinvolgendo le scuole Secondarie di Primo e di Secondo grado alle quali è stata offerta una nuova visione di volontariato, nella speranza che qualche ragazzo contribuisca ad accrescere l’opera di bene.

Intanto l’11 maggio è stata inaugurata la nuova sede della Sartoria solidale e per l’occasione è stata organizzata la sfilata “Passato-Presente” in collaborazione con due Istituti scolastici di Vigevano, la scuola Secondaria di Primo Grado G. Robecchi e l’Istituto Tecnico Statale Luigi Casale. Durante la giornata è stata lanciata la raccolta fondi “Adotta il fiore della speranza”: sono state create 13 spille e apposte sugli abiti. Il costo di una spilla è stato di 13 euro, come 13 sono le persone a cui sarà destinato il devoluto. “Si tratta di uomini e donne della nostra comunità che versano in condizioni di grave marginalità”, spiega Elisabetta Borghi.

Il nuovo spazio ha permesso di aprire anche a nuove prospettive con gli incontri di “hobby sartoriale” che prevedono la creazione di borse a fronte di un contributo commisurato al costo dei materiali. Sarà dedicato a persone che sono sole e che hanno bisogno di un momento di convivialità e amicizia.

La sartoria solidale tende la mano verso ogni uomo, nelle sue molteplici fragilità.

Nel corso dell’anno sono stati organizzati diversi eventi a scopo benefico: “Solo per citarne uno: a maggio dello scorso anno abbiamo organizzato una sfilata benefica di borse di paglia ri-create in occasione della mostra ‘Il rumore del tempo’ che è stata allestita nel Castello Sforzesco di Vigevano”, racconta la Presidente Borghi.

Le azioni intraprese consentono di aiutare le Conferenze del Consiglio Centrale di Vigevano ODV quotidianamente impegnate a sostenere le persone in difficoltà.

Solo nel 2024 è stato chiuso il bilancio con una cifra di aiutati che ha sfiorato la quota mille”, specifica Elisabetta Borghi.

Rispetto al futuro i progetti all’orizzonte sono diversi. “Alcuni si possono anticipare - afferma la Presidente Borghi e aggiunge -: “Tra i mesi di settembre e ottobre parteciperemo a un nuovo bando che ci consentirà di inserire una maestra d’opera in stato di difficoltà. Se saremo vincitori potremmo retribuirla con un contratto di prestazione d’opera occasionale”. Rispetto agli altri progetti afferma:Non posso svelare nulla – sorride e anticipa qualcosa -: “Per il mese di novembre vorremmo organizzare un evento speciale. Stiamo ancora contattando i partners. Al momento è tutto top secret! – esclama e conclude: “Possiamo dire che sarà un evento memorabile…!” E allora non ci resta che attendere e raccontarlo al tempo opportuno.