Cultura-Eventi - 07 ottobre 2025, 18:32

Vigevano, nella notte di Halloween torna il "Concerto delle streghe" nel ridotto del Cagnoni

Halloween a Vigevano all’insegna della Grande Musica: un concerto per grandi e piccini, un’occasione per scoprire o riscoprire come i grandi compositori hanno interpretato il mondo delle streghe, dell’occulto e dei fantasmi. L’invito al pubblico è a diventare protagonista della serata partecipando in costume e/o maschera spaventosa. CONCERTO DELLE STREGHE: AD HALLOWEEN VA IN SCENA LA GRANDE MUSICA

Venerdì 31 Ottobre 2025, alle ore 21.30, presso la suggestiva cornice del Teatro Cagnoni (salone ridotto, Corso Vittorio Emanuele II n. 45), Diapason Consortium, realtà protagonista della stagione musicale vigevanese, rinnova la proposta di un concerto di musica classica e arie d’opera dedicato ai demoni, ai fantasmi e alle streghe così come sono stati raccontati dal grande repertorio musicale ottocentesco romantico.

L’invito al pubblico è quello di indossare un abito o un accessorio a tema.

Presenta Enrico Ercole, storico, giornalista e musicologo.

Dato il numero limitato di posti, si raccomanda la prenotazione su www.diapason.it

Il concerto è realizzato nell’ambito del progetto Boethius, in collaborazione con il Comune di Vigevano.

UN PROGRAMMA “STREGATO”

Le streghe sono protagoniste assolute con Verdi: due arie verdiane, tratte, rispettivamente da “Il Trovatore” (1853) e da “Un ballo in maschera” (1858),  “Stride la vampa” e “Re dell'abisso, affrettati”. Nella prima la zingara Azucena rivive la scena del martirio al rogo della propria madre, accusata di avere gettato un maleficio sul figlio del conte di Luna; “Stride la vampa” significa "crepita la fiamma": Azucena, comprensibilmente sconvolta, percepisce il crepitio del fuoco come uno "stridore", un suono insopportabile e spaventoso, mentre la folla, incontenibile e irruenta, "corre a quel fuoco - lieta in sembianza", come se si recasse a una festa. Nella seconda aria la strega Ulrica invoca il Demonio affinché le riveli il futuro, esprime la sua potenza e la sua connessione con le forze oscure, mostrando la sua figura come una vera e propria "regina" del regno delle tenebre. Le due arie saranno eseguite dal mezzosoprano Giorgia Gazzola.

Il Diavolo evocato lo vedremo comparire nell’aria “Sono lo spirito che nega” tratta da “Mefistofele” (1868) di Arrigo Boito: Mefistofele elogia le sue arti demoniache chiamando a sé i demoni con il tetro fischio che ha fatto guadagnare a questa pagina il soprannome di “Aria del Fischio”. A eseguire questa pagina sarà il basso Gabrielle Bolletta.

Tratto dal Mefistofele è anche il duetto “Se tu mi doni un’ora di riposo”, nel quale Faust fa un patto con il Diavolo: se Faust dovesse dire all'attimo che fugge "fermati, sei bello!", chiedendo un'ora di riposo e svelando il mistero di sé e del mondo, Mefistofele vincerebbe e prenderebbe l'anima di Faust, condannandolo all'eternità dell'Inferno. Faust, invece, sul finire dell’opera, rifiuterà Mefistofele: grazie a una astuzia riuscirà a evitare la condanna, dicendo "A me l'eternità!” decretando così la vittoria di Dio. A interpretare Faust e Mefistofele saranno il tenore Danilo Formaggia e il basso Gabriele Bolletta.

Il Diavolo riappare, anche se solo nell’evocazione del suo terribile nome, nell’aria “Quell’uom dal fiero aspetto” tratta dall’opera “Fra Diavolo” (1829) di Daniel Auber: un temutissimo brigante viene chiamato Fra Diavolo per via della fierezza del suo aspetto e del timore che incute al suo apparire. Torna qui la voce di Danilo Formaggia che proseguirà poi con una grande pagina del repertorio liederistico: “Erlkönig”, op. 1, D. 328 (1815) scritta da Franz Schubert per voce e pianoforte, sui versi dell'omonima ballata di Johann Wolfgang von Goethe: un padre, galoppando nella notte, cerca di portare in salvo il figlio malato. Delirante e spaventato, il bambino è convinto di vedere e sentire il Re degli Elfi (Erlkönig) che vuole rapirlo. Il padre, estremamente in ansia per suo figlio, cerca di rassicurarlo, dando una spiegazione più concreta alle sue visioni (la nebbia, il fruscio del vento tra le foglie degli alberi, dei vecchi salici). Giunto a casa, il padre si accorge che il piccolo è morto tra le sue braccia. Nella scrittura pianistica, Schubert riesce a rendere perfettamente l'idea del galoppo incessante e disperato.

Non manca il repertorio pianistico con Antonio Bologna che eseguirà la “Danse de Puck” (1910) di Claude Debussy (Préludes per pianoforte, primo libro, L 125), preludio incentrato sullo spirito folletto del “Sogno di una notte di mezza estate” di William Shakespeare.

Si prosegue con “Catacombe”, “Promenade (Cum mortuis in lingua mortua)”, “Baba Yaga” e “La grande porta di Kiev” da “Quadri di un'esposizione” (1874) di Modest Musorgskij: in “Catacombe” è una visione raggelante della morte che approda poi ad una contemplazione mistica attraverso la sublimazione della paura con una riflessione interiore, dapprima estremamente introspettiva, poi più rasserenante nelle misure conclusive di “Cum Mortuis in Lingua Mortua”. “Baba Yaga” è un pezzo ispirato dall’omonimo personaggio demoniaco femminile del folclore russo che, violento e terrorizzante, si nasconde nei più profondi recessi della natura umana. Il pezzo si congiunge direttamente, mediante una virtuosistica risalita di ottave arpeggiate, con la “Grande Porta di Kiev”, una rappresentazione di uno dei simboli dell’identità russa e di una liberazione da ancestrali paure ad opera del ritrovamento di una profonda verità di fede. La sezione centrale costituisce un momento indimenticabile: le corde del pianoforte si trasformano in una ghirlanda di suoni luminosi e trionfanti e, attraverso suoni di campane, emerge riconoscibilissimo il tema della Promenade, quale elemento unificatore dell’intera composizione.

Dopo le streghe ecco gli stregoni, i maghi. Come non pensare a un classicio del grande repertorio come “L'apprenti sorcier” (L’apprendista stregone), sottotitolato scherzo symphonique (scherzo sinfonico), poema sinfonico composto nel 1897 dal francese Paul Dukas, eseguito nella versione per pianoforte a quattro mani da Federica Casella e da Antonio Bologna. Si tratta dell'opera più famosa e più eseguita di Dukas, trasposizione in musica dell'omonima ballata di Johann Wolfgang von Goethe, (“Der Zauberlehrling”), scritta esattamente cento anni prima. Il brano è divenuto noto al grande pubblico grazie a un classico del cinema d’animazione come “Fantasia” di Walt Disney: Topolino, nei panni dell’apprendista stregone ruba il cappello magico al suo maestro e ne combina di tutti i colori venendo poi punito con una sonora “sculacciata”. Per omaggiare questo classico l’esecuzione pianistica accompagnerà le immagini del film in diretta. 

Durante la serata sarà inoltre proiettato, con inedito accompagnamento musicale dal vivo per pianoforte e musica elettronica, un breve estratto dal film “Nosferatu il vampiro” (Nosferatu, eine Symphonie des Grauens), film muto diretto da Friedrich Wilhelm Murnau e proiettato per la prima volta il 4 marzo 1922 a Berlino. Considerato il capolavoro del regista tedesco e uno dei capisaldi del cinema horror ed espressionista “Nosferatu il vampiro” è ispirato liberamente al romanzo Dracula (1897) dello scrittore irlandese Bram Stoker.

PRENOTAZIONI E INFORMAZIONI

Dato il numero limitato di posti, si raccomanda la prenotazione sul sito web www.diapason.it

Per restare aggiornati: Instagram bottegadeisuoni

Informazioni: Federica Casella, tel. 0381 73967, email federicacasella@vigevano.net