Cronaca - 19 ottobre 2025, 12:30

Abbiategrasso: "No tangenziale" in protesta all’inaugurazione della fiera dell’agricoltura

Secondo i manifestanti è una contraddizione avallare la superstrada e promuovere l'agricoltura allo stesso tempo

L’apertura della 542ª edizione della storica fiera agricola di Abbiategrasso, appuntamento simbolo del territorio e delle sue tradizioni rurali, è stata accompagnata sabato mattina da una protesta dei comitati No Tangenziale e di alcuni agricoltori e residenti contrari alla realizzazione della tangenziale Vigevano–Magenta-Malpensa. I manifestanti si sono radunati davanti ai cancelli della fiera con striscioni e cartelli per denunciare quella che definiscono una «contraddizione evidente»: da una parte la celebrazione dell’agricoltura, dall’altra un progetto stradale che, secondo loro, minaccia proprio le campagne che si vogliono valorizzare.

«Siamo davanti alla fiera di Abbiategrasso, dove stanno facendo finta di promuovere l’agricoltura – commenta Agnese Guereschi del comitato –. In realtà hanno istigato per avere una strada che distruggerà le campagne dell’Abbiatense. Prendono tutte le scuse, ma ci troviamo nel Parco del Ticino. Hanno fatto un enorme parco commerciale e questo dimostra che Abbiategrasso è nemica dell’agricoltura». Il progetto della tangenziale, da anni al centro di accesi dibattiti, prevede la costruzione di una nuova arteria viaria per migliorare i collegamenti tra Vigevano, Abbiategrasso, Albairate, Robecco, Magenta per raggiungere Malpensa. Ma per i comitati si tratta di un’opera inutile e dannosa, che comporterebbe il consumo di suolo agricolo e la frammentazione di aree tutelate. «Come si fa ad avere una fiera agricola in una zona dove tutti i giorni viene consumato suolo, quando il territorio è pieno di fabbriche dismesse e abbandonate? – continua – Qui c’era la volontà di distruggere. Vuol dire che ci adegueremo mangiando cemento».

Renata Lovati di Albairate, agricoltrice, ha subito l’esproprio del proprio terreno agricolo per la realizzazione dell’opera. «La scorsa settimana, in mezz’ora avevamo perso la nostra terra – racconta –. Nel pomeriggio hanno picchettato e due giorni dopo hanno messo le reti». Gli oppositori assicurano che la loro mobilitazione non si fermerà. «Troveremo ogni modo per resistere», conclude la donna.