Cronaca - 03 dicembre 2025, 13:36

Delitto di Garlasco, la fotografa degli scatti su Sempio è una freelance del Pavese. La versione dell’indagato: “Vidi ambulanze e mi fermai”

Ritratti fuori da casa Poggi

È una fotografa freelance specializzata in still life, ritratti aziendali e portrait familiare l’autrice degli scatti che ritraggono Andrea Sempio davanti alla villetta di Garlasco poche ore dopo l’omicidio di Chiara Poggi. La professionista, che vive in provincia di Pavia e organizza anche laboratori fotografici, quel 13 agosto 2007 stava lavorando per alcuni quotidiani locali. Poco prima delle 16, notando la presenza dei carabinieri davanti alla casa dei Poggi, si fermò e realizzò le foto in cui compare anche Sempio, oggi unico indagato nella nuova inchiesta della Procura di Pavia sul delitto. Contattata dall’ANSA, ha preferito non rilasciare dichiarazioni.

Le immagini – otto scatti inediti mai acquisiti all’epoca dagli investigatori – sono riemerse solo recentemente, dopo che la fotografa ha dichiarato di averle ritrovate a distanza di 18 anni e di averle inviate ai gestori di alcuni canali social, tra cui Bugalalla Crime e DarkSide – Storia Segreta d’Italia. Da lì il materiale è rimbalzato su media e tv ed è stato acquisito dal Nucleo investigativo dei Carabinieri di Milano, che indaga su Sempio su delega del procuratore Fabio Napoleone e dell’aggiunto Stefano Civardi.

Nelle immagini Sempio è collocato in via Pavia, all’altezza di via Pascoli, tra le 15:38 e le 16:14, in mezzo a una folla di persone accorse dopo la scoperta del corpo di Chiara. Si riconoscono anche la pm Rosa Muscio, le gemelle Cappa, la madre e la zia della vittima Maria Rosa Poggi, e il colonnello Gennaro Cassese, comandante dei Carabinieri di Vigevano all’epoca.

Per gli avvocati di Sempio – Angela Taccia e Liborio Cataliotti – queste foto non costituiscono un indizio contro il loro assistito, ma confermerebbero la veridicità di quanto dichiarato ai pm nel 2007-2008: Sempio raccontò infatti di essere passato in auto con il padre attorno alle 15, di aver notato un’ambulanza e di essere tornato un’ora dopo, fermandosi tra i curiosi e parlando con una giornalista che gli avrebbe riferito della morte di una ragazza, poi riconosciuta come Chiara Poggi.

Martedì gli investigatori hanno ascoltato come testimone la fotografa, che ha ricostruito la dinamica del ritrovamento degli scatti e la successiva decisione di inviarli ai canali social.

L’inchiesta su Sempio – che potrebbe portare a una richiesta di rinvio a giudizio nel 2026, dopo la chiusura dell’incidente probatorio su DNA e impronte – si basa su una serie di elementi ancora al vaglio: • tre brevi telefonate a casa Poggi nei giorni precedenti il delitto, che l’indagato attribuisce a errori di chiamata; • la comparabilità statistica tra il suo profilo genetico Y e tracce parziali ritrovate sotto le unghie della vittima; • la cosiddetta “traccia 33”, un’impronta non insanguinata individuata lungo la parete delle scale; • i sospetti, da verificare, sulla genuinità dello scontrino del parcheggio di Piazza Ducale; • un’ipotesi di corruzione, tutta da dimostrare, nei confronti dell’allora procuratore Mario Venditti nel 2017.

Parallelamente, anche la difesa di Alberto Stasi, condannato in via definitiva nel 2015 a 16 anni, ha annunciato l’intenzione di acquisire le foto e tutti gli atti dell’indagine in vista di una possibile nuova richiesta di revisione alla Corte d’Appello di Brescia. Una revisione che dovrebbe sovvertire i sette elementi “gravi, precisi e concordanti” che hanno portato alla condanna di Stasi, tra cui le impronte sul dispenser del sapone, le anomalie riscontrate sulle sue biciclette e il DNA di Chiara Poggi trovato sui pedali della Umberto Dei Milano.

Le nuove foto entrano dunque a pieno titolo nel fascicolo del caso, aggiungendo un tassello ulteriore a una delle vicende giudiziarie più controverse degli ultimi decenni.

da TicinoNotizie.it