Cronaca - 21 giugno 2019, 18:20

Mede: arrestato il figlio 43enne della donna trovata mummificata

L'uomo, condotto nel carcere di Torre del Gallo, dovrà rispondere dei reati di distruzione, soppressione o sottrazione di cadavere. Il corpo della donna era sigillato con il nastro adesivo all'interno di una stanza

Nella tarda mattinata di oggi (venerdì) i carabinieri della stazione di Mede  sono stati allertati perché in un appartamento sito in vicolo Cancelli, era stato rinvenuto un corpo esanime.

I carabinieri quindi giunti immediatamente sul posto hanno fatto una macabra scoperta: all’interno dell’appartamento, in una stanza perfettamente sigillata con nastro adesivo ed altri accorgimenti per evitare la fuoriuscita di odori, hanno trovato il corpo della proprietaria, Silvana Canepari 75enne, insegnante in pensione, in avanzato stato di decomposizione.

Nei pressi dell’appartamento, i Carabinieri hanno fermato il figlio convivente dell’anziana.

I carabinieri specializzati per i rilievi sulla scena del crimine del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Voghera, hanno delimitato l’intero appartamento e proceduto alle attività tecniche-scientifiche, acquisendo fonti di prova utili alle indagini. Infine, l’intero appartamento, è stato sottoposto a sequestro a disposizione dell’autorità giudiziaria, per eventuali ulteriori accertamenti tecnici-scientifici.

Le indagini condotte dai carabinieri, già nella fase preliminare, hanno consentito di acquisire inconfutabili elementi di reità – attraverso la raccolta di testimonianze, accertamenti patrimoniali e riscontri oggettivi nella fase del sopralluogo tecnico-scientifico – nei confronti di un 43enne pregiudicato, figlio convivente dell’anziana donna.

Sulla scorta di tali elementi, i carabinieri hanno proceduto all’arresto del 43enne per il reato di distruzione, soppressione o sottrazione di cadavere, che è stato associato alla casa circondariale di Pavia, a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Le indagini proseguiranno in tutte le direzioni, per verificare le ragioni di una condotta delittuosa così riprovevole ed escludere, anche sulla scorta dell’esame autoptico disposto sulla salma, a cura del dipartimento di Medicina Legale di Pavia, un’eventuale morte di natura violenta.