Cronaca - 03 ottobre 2021, 14:37

Vigevano: detenuto dà fuoco a una cella ed aggredisce quattro agenti

Aldo Di Giacomo (segretario generale S.P.P.) "Il personale rischia la vita"

Nel carcere di Vigevano la scorsa notte un detenuto straniero dopo aver dato fuoco alla cella si è scagliato contro quattro agenti accorsi per metterlo in salvo dalle fiamme diffuse in breve tempo e li ha colpiti anche con una lametta. Uno degli agenti ha perso i sensi mentre tutto il personale coinvolto è stato costretto a far ricorso alle cure di medici in ospedale.

A segnalarlo è il segretario generale del S.PP. (Sindacato Polizia Penitenziaria) Aldo Di Giacomo: “l’ennesimo grave caso di aggressione travalica ogni limite di sopportazione per il personale che ormai tutti i giorni rischia la vita svolgendo la propria preziosa attività di servizio dello Stato. Anche in questo caso il detenuto aggressore aveva già manifestato in più occasioni condotta violenta e provocatoria ma nessuna misura è stata adottata. Come è già accaduto, gli autori di aggressioni recidivi sanno di poter restare impuniti, mentre gli agenti continuano a fare da bersaglio. Siamo ormai ad una situazione del “carcere porto franco” dove tutto è consentito ai detenuti, al punto che siamo seriamente preoccupati per la presenza di armi, come è avvenuto a Frosinone e corpi contundenti che sono una minaccia più che reale. La nostra preoccupazione cresce ogni giorno di più alimentata dagli effetti di un mix esplosivo provocato essenzialmente da tre fattori principali: la delegittimazione del personale penitenziario dopo i fatti di Santa Maria Capua Vetere, l’impossibilità a svolgere nelle carceri attività di contenimento se non si vuole essere spacciati per “torturatori”, le “balle” del Governo su scarcerazioni facili e detenzione da albergo a cinque stelle. Siamo di fronte all’evidenza che le azioni messe in campo dall’attuale Governo sono le più nefaste e nocive di tutti i tempi perché il Presidente Draghi è sicuramente un eminente economista di caratura internazionale in grado di traghettare il Paese fuori dalla crisi provocata dalla pandemia e la Ministra Cartabia è un’ottima figura costituzionalista, ma entrambi non sanno e né capiscono assolutamente nulla delle carceri. E con il loro comportamento, di fatto, hanno aggravato una situazione che la pandemia ha solo reso esplosiva. Per non limitarci a tenere il conto dei colleghi che quotidianamente fanno ricorso ad ospedali e sanitari e per garantire l’incolumità degli agenti – continua il segretario del S.PP. – non ci resta che chiedere protocolli operativi, vale a dire codici di comportamento nei confronti dei detenuti violenti senza correre il rischio di inchieste giudiziarie o provvedimenti disciplinari.

Per questo la tutela degli “agenti per bene” come li definisce il Ministro Cartabia non può essere un atto formale e un principio e necessita di misure quanto più urgenti e decise”.