- 15 ottobre 2017, 08:30

Il benzolo killer miete vittime in città nell’estate del 1962

Nove le morti provocate dal solvente tossico usato nella fabbricazione delle scarpe

Il benzolo killer miete vittime in città nell’estate del 1962

Il 17 ottobre 1962 il consiglio comunale, riunito d’urgenza, ha votato all'unanimità un ordine del giorno che condanna l'impiego di sostanze benzoliche nel collante per la fabbricazione delle scarpe, dopo i luttuosi casi avvenuti a Vigevano tra marzo e ottobre. Ecco il testo: “Il Consiglio comunale di Vigevano in ordine alle gravi preoccupazioni che le mortali intossicazioni di benzolo hanno sollevato in città, rendendosi interprete delle legittime istanze della popolazione, invita le autorità ministeriali competenti a predisporre con tutta urgenza un decreto legge che vieti l'uso del benzolo nella fabbricazione delle calzature. In attesa, dà mandato al sindaco e alla Giunta di emettere o di chiedere, da parte delle autorità competenti, l'emissione di un'ordinanza che proibisca l'impiego di detta sostanza venefica nei calzaturifìci”.

Una prima visita collettiva effettuata dal Centro di medicina del lavoro su tremila operai calzaturieri aveva rivelato che di essi 500 erano affetti da intossicazione benzolica, in forma più o meno grave.

Il 17 novembre 1962 verrà approvato dal Consiglio dei ministri uno schema di provvedimento che limiterà al cinque per cento l'impiego del benzolo, del toluolo e del silolo negli adesivi, riducendone sensibilmente la tossicità. Nelle sue linee essenziali lo schema di provvedimento precisa che i nuovi adesivi dovranno rispettare questa condizione: obbligo ai fabbricanti e ai commercianti di apporre sui barattoli apposite etichette che indichino la natura e la quantità del solvente. Sono anche previste sanzioni penali ai trasgressori, siano essi datori di lavoro o dirigenti di calzaturifici, produttori o commercianti di adesivi.

Sindaco dell’epoca è il socialista Corasmino Maretti, in carica dal ’60 al ’64, che per mesi condusse la battaglia del benzolo. In un’intervista dichiarava: “ritengo che il benzolo e i suoi famigerati affini, debbano essere banditi del tutto, perché sono nocivi allo stesso modo. La minor percentuale nel collante ne diminuisce logicamente la pericolosità, ma non la elimina completamente. Occorrerà insistere nel controllo degli stabilimenti industriali o artigiani, perche vengano applicate con vigore le norme anti-infortunistiche”.

Questa la triste cronaca, riportata nelle colonne della Stampa:

Nove morti in sette mesi — la prima tomba di questa lugubre serie si aprì a marzo — sono troppi, e dovrebbero far paura a chi avrebbe potuto evitarli. Si sarebbe già dovuto proibire, con apposite leggi, l'uso del benzolo come solvente della para nella lavorazione delle scarpe, o esigere negli stabilimenti la rigorosa applicazione delle norme antinfortunistiche e degli apparecchi che disperdono i vapori di benzolo, come cappe e aeratori. Per maggior sicurezza dovrebbero esser proibite le lavorazioni domestiche, dove naturalmente nessuna norma cautelativa viene rispettata. Il divieto di usare il benzolo come solvente dovrebbe essere anzitutto applicato alle fabbriche di adesivi, e fatto rispettare da stabilimenti industriali e laboratori artigiani. Qualcuno ha polemicamente obiettato, quando scoppiò nell'estate scorsa il cosiddetto scandalo del benzolo, che questo solvente è stato sempre adoperato nei collanti per calzature, senza gravi inconvenienti. Altri hanno però ribattuto che appunto perché è stato sempre adoperato è diventato così nefasto, perché in tanti anni gli organismi ne hanno assorbito in tale quantità da intossicarsi irreparabilmente.

Si aggiunga che col passare del tempo le norme cautelative sono state applicate con meno rigore, che le precauzioni si sono allentate, e infine che i produttori di collanti hanno peggiorato la qualità immettendovi benzolo in quantità intollerabili per l'organismo umano. E' questo il dramma del benzolo. All'origine c'è un produttore che fabbrica collante venefico; c'è poi un calzaturiero che glielo compera e lo adopera; e preferisce quello a base di benzolo perché costa qualche lira di meno dell'adesivo in cui è usato un solvente innocuo ma leggermente più caro. Poi c'è il mancato rispetto delle norme protettive. Una quindicina di ammalati sono ricoverati nei vari ospedali di Vigevano e di Pavia. Circa la metà di essi sono gravi, e la loro salvezza è difficile. Il centro di medicina del lavoro ha visitato tremila operai; cinquecento di essi sono stati trovati intossicati.

 

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