Attualità - 02 luglio 2018, 14:08

All’ospedale di Vigevano la prima ricerca italiana sul trattamento dei malati di demenza

Per la prima volta in Italia si testeranno su pazienti ricoverati in ospedale affetti da demenza dei trattamenti che si basano sulla migliore formazione del personale di assistenza e sulla stimolazione delle capacità cognitive superstiti

All’ospedale di Vigevano la prima ricerca italiana sul trattamento dei malati di demenza

Aumentano nel mondo le persone affette da problemi come l’Alzheimer o la demenza, in varie forme. Vigevano si pone come apripista a livello nazionale per un nuovo approccio ai pazienti che soffrono di queste tipologie attraverso il “Progetto Identità”. Finanziato da comune di Vigevano e Fondazione Piacenza e Vigevano, “Progetto Identità” è un percorso biennale che, oltre a confermare il funzionamento dell’ambulatorio sui disturbi cognitivi e le demenze presso il polo geriatrico dell’azienda multiservizi, segue la presa in carico dei pazienti durante il ricovero in ospedale.

Il centro all’interno del De Rodolfi rimarrà il punto di riferimento per la diagnosi precoce, attraverso la collaborazione dell’istituto Mondino di Pavia, che è però anche partner di questa nuova sezione del progetto che mira a migliorare l’assistenza al paziente affetto da demenza ricoverato in ospedale. È in questo senso che si legge la partecipazione di Asst: il personale sanitario di quattro reparti dell’ospedale di Vigevano (cardiologia, medicina, chirurgia e traumatologia) verrà formato su come rapportarsi al paziente affetto da demenza. Il corso insegnerà loro aspetti quali la riconoscibilità di alcuni disturbi e il modo con cui gestirli: “Il paziente con disturbi cognitivi, nel momento del ricovero in ospedale, generalmente ha un ulteriore decadimento. Vogliamo fare in modo che il personale che lo assiste sia meglio preparato sulla sua gestione, nel modo di rapportarsi e nei contatti con i medici”, ha spiegato il responsabile della ricerca Nicola Allegri.

Il secondo step del progetto, dopo la formazione specifica del personale sanitario, prevede l’inserimento di uno psicologo nei reparti per analizzare le abilità cognitive residue del paziente e stimolarle. “È un’occasione di crescita per il personale dell’ospedale, che acquisirà così maggiori competenze su un tema che è considerato una priorità a livello mondiale”, ha commentato il direttore generale di Asst Michele Brait.

“Il progetto si fa a Vigevano perché solo la nostra città ha messo a disposizione i fondi, attraverso il comune e la Fondazione Piacenza e Vigevano”, rivendica l’assessore comunale alla sanità Antonietta Moreschi: “Continuiamo in questo modo l’operazione di attenzione a questo genere di patologie che abbiamo inaugurato istituendo l’ambulatorio Alzheimer presso il De Rodolfi”, ha concluso.

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