Quando a Vigevano arrivano i comici milanesi, sembra che tra palco e pubblico si crei un’atmosfera di casa. È successo anche ieri sera con il “Pucci Show” andato in scena al castello Sforzesco. Sarà che i vigevanesi si sentono milanesi pur abitando in provincia, sarà che in platea c’erano diversi milanesi veri, fatto sta che artista e spettatori sembravano davvero parlare la stessa lingua. Non è soltanto perché Andrea Baccan in arte Pucci ha costruito uno spettacolo interamente basato sulla vita quotidiana, concentrando in miscellanea incidenti domestici, amore, televisione, vita famigliare e inconvenienti dell’età che avanza. Non è soltanto perché Pucci, come ha detto lui stesso durante lo show, non si schiera: “Sono furbo, così non divido”, è il suo pensiero. In realtà non è furbizia ma grande abilità, perché riuscire a parlare di temi quali l’immigrazione o l’educazione dei figli senza schierarsi, di questi tempi, non è per niente facile. Il successo, forse, sta proprio nel fatto che Pucci è l’amico simpatico e chiassone con cui tutti abbiamo passato serate felici, ma in versione artista professionista.
Fare ridere per mestiere, tenendo i ritmi alti per due ore di spettacolo, è davvero da professionisti. Pucci però riesce a metterci dentro una vicinanza speciale quasi non fosse sul palco, perché in realtà sembra che ti parli dal tavolino del bar o dal divano di casa. Gli esordi da barzellettiere (le sue prime esperienze televisive lo vedevano concorrente a “La sai l’ultima?”) costituiscono tutt’ora un forte basamento del repertorio, con battute a raffica che trasformano le situazioni del quotidiano creando l’iperbole comica che scatena la risata. Una risata davvero “a bocca larga”, ma senza essere sguaiata. Una semplicità cercata e senza eccessi con cui si raggiunge lo scopo di far divertire.