Cronaca - 05 febbraio 2019, 11:21

Denuncia, processo, divieto di avvicinamento: niente è bastato a fermare l'aggressore

Vercelli, sconcerto per il dramma di Simona Rocca

Denuncia, processo, divieto di avvicinamento: niente è bastato a fermare l'aggressore

Era stato denunciato, rinviato a giudizio e nei suoi confronti era stata emessa una misura cautelare di divieto di avvicinamento. Ma niente ha fermato Mario D’Uonno, ex guardia giurata, autore della brutale aggressione a Simona Rocca, gravemente ustionata lunedì mattina, nel parcheggio dell'area commerciale in cui lavorava.

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D'Uonno, 55 anni, da un po' di tempo risultava irreperibile, forse viveva in auto, forse in qualche luogo di fortuna. L'ultimo indirizzo noto era a BorgoVercelli e lì si erano recati i carabinieri per notificare la misura cautelare emessa dal Gip solo pochi giorni fa, ma non lo avevano trovato. Per il suo comportamento ossessivo e persecutorio nei confronti della vittima, D'Uonno aveva già perso la possibilità di detenere armi e aveva collezionato tre denunce. E si avviava a dover affrontare un processo. Agli inquirenti avrebbe parlato di un momento di follia, ma la presenza del combustibile in auto apre la strada a scenari del tutto diversi.

Da lunedì è in carcere con l'accusa di tentato omicidio, mentre Simona Rocca, resta ricoverata al Centro Grandi Ustionati del Cto di Torino, in prognosi riservata. Per lei, nella serata di lunedì, centinaia di persone si sono trovate in strada per una fiaccolata di solidarietà lanciata dal gruppo Facebook "Sei di Vercelli se...".

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Restano lo sconcerto per un atto di tale ferocia e il senso di impotenza e di insicurezza di fronte a episodi che continuano a ripetersi con tragiche conseguenze.

redazione online Vercelli

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