“L'avessi scritta su facebook oggi avrei già avuto una risposta ma sono all’antica, credo nella buona e tradizionale politica, quindi ci ho riprovato e per far si che il ministro la veda l'ho scritta con un carattere dimensione 30, dovrebbe vederla”.
Non mollo questa battaglia, oggi condivisa da molti comuni pavesi e non solo, e non sarà necessario dire che tutti i bambini hanno eguali diritti e tutti devono potere ricevere quello di cui hanno bisogno, senza distinzione alcuna. Da un paio d'anni porto avanti questa causa, prima scrivendo ad Alfano poi a Minniti, poi cade il governo e devo ricominciare daccapo.
A giorni molti Comuni riceveranno il documento da inserire nell’ O.d.G al prossimo consiglio comunale utile. Cambiare una legge in modo da dare più ossigeno alle casse comunali d’Italia è buona cosa e rientra nelle mansioni del ministro degli Interni, non rispondere a questo appello significa mandare in default centinaia di Municipi, testimoni della storia d’Italia.
In Italia vige una legge a tutela dei minori non accompagnati, ovvero di quei bambini che sono purtroppo frutto di fallimenti familiari e che non devono vivere alcun tipo di disagio sociale, ma questa legge è figlia di una realtà che non esiste più in quanto stabilisce che a provvedere debbano essere i Comuni nei quali sono residenti.
Alcuni numeri reali per capirci meglio: il mio Comune, Sant'Angelo Lomellina ha un bilancio di poco superiore al milione di euro e in 3 anni ha pagato 280mila euro per mantenere 3 minori. 110 euro al giorno per bambino. 330 euro al giorno totale, al giorno.
I conti tornano dicendo che l'onere da pagare è superiore ai 90mila annui. Un decimo del mio bilancio.
2 paradossi:
- il Comune pagatore non può scegliere ne l'istituto al quale affidarli ne trattare la retta sapendo che ci sono altre realtà a costo inferiore.
- I soldi non ci sono e sono obbligato a contrarre debiti per pagare le rette.
Si rischia il fallimento.
La soluzione: la legge va adeguata alla realtà, e quei minori non devono essere a carico dei comuni ma dello Stato con competenza al ministero degli Interni.
Questo consentirebbe di avere una unica gestione centralizzata degli affidi agli istituti, con economia di scala e ovviamente risparmi sui costi ed evitiamo la disparità a seconda che il comune abbia o non abbia i soldi per pagare l'assistenza che è sacrosanta perché segno di civiltà. Ai sindaci solo il compito di segnalare le situazioni di disagio.
Ogni giorno perso è un giorno in più negato a quei bambini..."