Cultura-Eventi - 29 ottobre 2019, 22:47

Cassolnovo, Alessandro Abbate sul tetto d’Europa con la nazionale italiana di calcio trapiantati

Nella competizione, organizzata a Tours, in Francia, il 47enne lomellino è riuscito insieme ai compagni di squadra a vincere il titolo europeo. Nella finalissima, disputata venerdì scorso, la nazionale ha superato 2-1 la Spagna. Decisiva la doppietta di Tortomasi

Cassolnovo, Alessandro Abbate sul tetto d’Europa con la nazionale italiana di calcio trapiantati

Loro rappresentano la forza, sono la voce di chi ce l’ha fatta, di chi ha ripreso/iniziato a fare sport dopo aver subito un trapianto. Per loro quindi il calcio è solo un mezzo per promuovere un gesto importantissimo: la donazione. Il resto viene tutto in secondo piano, a partire dal risultato sportivo, che serve solo per dimostrare che dopo tanta sofferenza è possibile tornare a vivere una vita normale.

Per diffondere questo messaggio, i ragazzi della nazionale si sono recati in Francia, dal 20 al 26 ottobre, per disputare il torneo a cui hanno aderito, oltre all’Italia, altre due nazioni. Con i padroni di casa e la Spagna si è così giocato un triangolare. Nella gara inaugurale gli azzurri si sono imposti 3-1 sulla Spagna (in gol anche il cassolese Abbate, centrocampista esterno), mentre con i transalpini è arrivato un pareggio (2-2). I due risultati utili hanno aperto le porte alla finale per i ragazzi di mister Giorgio Enzo. Ad aspettarli per la disputa dell’ultimo atto c’era la nazionale spagnola, che si è arresa 2-1.

“E’ stata la prima volta che dei ragazzi trapiantati - spiega Alessandro Abbate - hanno giocato in un torneo internazionale tra loro. Di solito il calcio non veniva inserito perché considerato sport di contatto, ma due anni fa una nostra delegazione si è recata a Malaga per dimostrare che è possibile organizzare tornei di calcio anche per i trapiantati”.

Da qui è partito poi tutto l’iter che ha portato allo svolgimento del primo torneo europeo di calcio per trapiantati. La competizione ha messo in evidenza la capacità di rialzarsi e ripartire posseduta da questi ragazzi. Una grandissima forza di volontà nel lasciarsi tutto alla spalle, proprio come ha fatto Alessandro.

“Ho avuto una forma di leucemia - riprende Abbate - e mi è stato trapiantato tre volte il midollo osseo (2012,2013 e 2016). Nell’ultima circostanza il donatore è stato mio fratello. L’obiettivo è stato poi quello di riprendermi in fretta per avere una vita normale, iniziando nuovamente a praticare sport”.

L’importante, come detto, è la divulgazione della cultura della donazione. Un concetto che i 30 ragazzi della nazionale italiana (16 all’europeo) stanno cercando di veicolare partecipando a diverse manifestazioni durante l’anno. “Chi subisce un trapianto - dichiara Abbate - può tornare a praticare sport grazie a coloro che si prestano alla donazione. Durante i vari eventi a cui partecipiamo, ci rechiamo anche negli ospedali a salutare i malati per dire loro che non è finita: si può tornare a vivere normalmente”.

Ovvio che le difficoltà per combattere una malattia del genere sono tante. “Quando ti trovi in quella situazione - continua Abbate - capisci veramente quali sono le cose importanti. Ti viene da dentro la forza e ti convinci che devi farcela. Alla fine con impegno e tanta fortuna ce la fai. Lo scorso anno ho pure ripreso a lavorare, dopo che dal 2012 a parte del 2018 sono stato fermo. La prima cosa, però, che ho iniziato nuovamente a fare è stato praticare sport. Nell’aprile 2017 ho disputato la prima partita di calcio con la nazionale trapiantati”.

Il tutto è avvenuto in maniera abbastanza spontanea. Infatti Alessandro da una semplice ricerca effettuata su internet ha scoperto la nazionale italiana calcio trapiantati, un’associazione di promozione sociale con sede a Ponsacco (PI).

Fabrizio Negri

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