- 20 gennaio 2020, 16:53

Lettere al Direttore: le code di paglia

Riceviamo e pubblichiamo integralmente

Lettere al Direttore: le code di paglia

Alzi la mano chi non ne ha tra i piedi almeno una. Una se è fortunato. Si smascherano velocemente è sufficiente esprimersi su problematiche varie, magari con un briciolo di elementi oggettivabili a supporto del proprio pensiero, e chi è in malafede si agita come un gatto in un negozio di sedie a dondolo.

Più salta più la coda è a rischio distacco. Veniamo al punto: la sicurezza. Senza andare a scomodare le teorie sui massimi sistemi, pare evidente che micro e macro criminalità aumentino. Complice il veloce scambio di informazioni, a volte sincopate, la percezione è che furti e atti di vandalismo siano via via più frequenti. Questo percepisco io perlomeno. Più povertà, meno principi morali, meno forze dell'ordine, meno controllo del territorio. Tutto questo certamente, ma... cosa facciamo noi?

Ci sono persone che tranquillamente utilizzano i social per far sapere a tutti quante volte vanno in bagno, che pubblicano foto di ambienti domestici, dati sensibili e compagnia cantando senza riflettere che potenzialmente chiunque può accedervi. Hai voglia invocare la privacy quando per primi si diventa più o meno inconsapevolmente informatori di se stessi. Se adulti, che dire: pazienza.

Ma i minori? Le piattaforme social vietano l'apertura di account a minori di 13 anni, cosa molto riprovevole visto che teoricamente la maggiore età e relativa maturità si acquiscono giuridicamente a 18 anni e socialmente sempre più avanti. Facebook, Instagram, Tic Toc: basta avere un nome e un cognome (o due nozioni di informatica) e si risale a tutto di tutti.

Pochi conoscono il deep web e i rischi del lato oscuro della rete. Molti genitori con in bocca la difesa a spada tratta anche delle idiozie più pericolose della loro progenie, forse si stupirebbero di sapere quanti pedofili o pederasti si dilettano di fronte ai loro pargoli sgallettanti con più o meno cm di pelle minorenne visibile o pose che farebbero arrossire qualche attore/attrice scafato/a.

Va bene tutto, ci mancherebbe, per fortuna viviamo in un Paese libero. Però poi è tanto lecito stupirsi se esiste il cyberbullismo, il fenomeno Blue Whale, e si diciamolo, il ladro che ti entra in casa e sa in quale cassetto tieni gli slip? Code di paglia, che tanto si attizzano in proporzione alle loro manchevolezze. Cosa viene fatto a livello sociale, politico, sanitario? Soprattutto cosa caspita fanno i genitori di oggi? Fatevi un giro in rete, lasciando stare il dark net se possibile, e vedrete.

Se poi vogliamo aggiungere che le capperate pubblicate in rete creano una reputazione nella vita sociale il quadro è completo. Solo uno spunto di riflessione vuole essere il mio, e magari un invito a evitare le lacrime di coccodrillo "poi".

Giovanna Rezzoagli Ganci

Counselor in Scienze Sociali, Tromello

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