Durante l’emergenza Coronavirus è anche tempo di scioperi. Già perché numerosi lavoratori hanno deciso di far sentire la propria voce per chiedere che le produzioni non indispensabili vengano sospese, allo scopo di garantire la salute di loro stessi e dei familiari.
“È noto a tutti - si legge nel comunicato di Piero Rusconi, segretario provinciale di Rifondazione Comunista - che nella maggior parte dei luoghi di lavoro, in questi giorni, non sono state garantite le precauzioni che sarebbero indispensabili e che non vi è stata alcuna iniziativa significativa di Governo e Regioni per attivare la medicina del lavoro e i controlli in maniera sistematica”.
Alcune aziende svolgono però una produzione indispensabile per la nostra esistenza e proprio questo passaggio viene affrontato da Rusconi nel comunicato. “Ovviamente - prosegue - lo ripeto per non essere frainteso, parlo di aziende che non sono indispensabili per fronteggiare l’epidemia. Il Governo è in grado di stabilire quali sono necessarie. Agendo quindi di conseguenza, il settore alimentare e quello farmaceutico sono attività necessarie. Così facendo tra l’altro avendo meno fabbriche aperte, ci si può concentrare per tutelare al meglio i lavoratori delle produzioni o servizi indispensabili”.