E’ uno dei più grandi parchi zoologici del nord Italia, oltre 400.000 metri quadrati sulle colline tra il Ticino e il Lago Maggiore. Fondato nel 1976, e poi rinnovato e rilanciato nel 1999 il “Safari park” di Pombia, in provincia di Novara avrebbe dovuto riaprire per la nuova stagione primaverile-estiva a metà marzo.
Ma l’esplosione dell’epidemia di Covid-19 ha bloccato tutto: cancelli sbarrati, nessun ingresso, in un periodo normalmente affollatissimo, con gite scolastiche e viaggi organizzati. E di conseguenza, nessun introito.
Titolare del parco è Orfeo Triberti, discendente di una storica famiglia circense: un mese fa era stato proprio lui a lanciare un appello: l’assenza di ricavi stava mettendo a rischio la continuità degli approvvigionamenti di cibo per gli animali. Triberti aveva chiesto sostegno alle aziende agricole e alle strutture di distribuzione commerciale suggerendo di donare derrate alimentari superflue o non più idoneo alla vendita. Il grido d’allarme per la sorte degli oltre 400 animali ospitati a Pombia aveva avuto una eco immediata, dal novarese, da tutta Italia e anche da oltre confine, al punto che il Safari Park è riuscito ad assicurarsi l’autonomia alimentare fino ad inizio maggio. Ma ovviamente non basta. Una volta terminate le scorte il Safari Park sarà di nuovo a forte rischio.
E non serve solo cibo: “Abbiamo bisogno – dice il responsabile marketing del parco, Luca Torno – anche di disinfettanti, abiti da lavoro, guanti. E del gasolio per i mezzi operativi”. Il Safari Park ha dunque rilanciato l’appello per la raccolta di cibo (“nulla sarà sprecato – dicono i responsabili- perché siamo in rete con altri parchi simili al nostro, e quanto arriva viene ridistribuito a realtà che operano in tutta Europa” ) ma propongono anche una vera e propria “adozione a distanza” degli animali che vivono a Pombia.
Singoli privati o aziende possono farsi carico del mantenimento per dodici mesi di un singolo esemplare con donazioni in denaro. E continua anche la campagna di vendita on line di biglietti di ingresso. ”Il biglietto – spiegano - lo si potrà poi utilizzare per tutta la stagione non appena la situazione di emergenza sarà rientrata. E’ possibile anche donarlo. Ma tanti amici – concludono alla direzione del Parco – stanno aquistando biglietti per darci una mano, anche se non verranno mai a vistarci perchè vivono lontano.”