Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, ha scritto al ministro dell’Istruzione (lettera a fine articolo), Lucia Azzolina, per esprimere alcune perplessità sulle bozze relative alla valutazione e all’esame di Stato, soprattutto quello conclusivo del primo ciclo di istruzione, che stanno circolando.
Una serie di nuove disposizioni che per i presidi sarebbero di difficile attuazione, dati i tempi ristretti, e oltremodo macchinose. In sostanza il ministro chiede che per ogni alunno sia compilata una scheda aggiuntiva alla valutazione, in cui sono specificate le lacune emerse durante l’esame. «Pare più utile - scrivono i presidi - lasciare che le scuole primarie e secondarie di primo grado si esprimano, come accade adesso, sul raggiungimento (pieno oppure parziale) degli obiettivi di apprendimento all’interno del documento di valutazione e che le scuole di destinazione effettuino – sugli alunni che non hanno raggiunto una competenza piena – una sorta di valutazione preliminare in vista del recupero da avviarsi a settembre».
Si tratterebbe di un meccanismo analogo a quello che si adotta all’università, là dove non vi è lo sbarramento del numero chiuso: test di ingresso iniziale e recupero di eventuali debiti in itinere. «Affidare una valutazione in tal senso alla scuola di destinazione sarebbe più funzionale», aggiungono.
Per quanto riguarda invece l’ordinanza ministeriale sull’esame conclusivo del primo ciclo i presidi suggeriscono «di lasciare all’autonomia delle istituzioni scolastiche la calendarizzazione delle operazioni d’esame, prevedendo che queste si concludano entro il termine, realistico, del 30 giugno».