Attualità - 19 maggio 2020, 12:33

Da scarto a risorsa: la paglia di riso in soccorso dei comuni con il bando targato Gal Lomellina

Il sottoprodotto della filiera agricola può essere utilizzato per alimentare reti pubbliche di teleriscaldamento

Da scarto a risorsa: la paglia di riso in soccorso dei comuni con il bando targato Gal Lomellina

È un progetto a cui il Gal Risorsa Lomellina ha iniziato a lavorare in tempi non sospetti. Produrre calore dalla paglia di riso, sottoprodotto della filiera agricola a chilometro zero, da impiegare per il riscaldamento degli edifici pubblici. E quella che già prima appariva come una valida opportunità, oggi diventa un’occasione da non lasciarsi sfuggire. Due gli aspetti che danno nuovo impulso all'iniziativa: da un lato lo scenario di incertezza generato dall'emergenza sanitaria (con l’aumento delle richieste del territorio e la contestuale diminuzione delle entrate tributarie), dall'altro la disponibilità di alcune società private ad affiancare i Comuni nell'operazione (sgravandoli di molte incombenze).

Per questo il Gruppo di Azione Locale ha deciso di rivolgere un appello ai sindaci della zona, affinché valutino la possibilità di accedere ai finanziamenti del bando dedicato alle reti di teleriscaldamento. «Alcuni anni fa, quando questa misura è stata pensata – spiega Luca Sormani, direttore del Gal lomellino - il primo obiettivo era quello di liberare risorse dalle spese correnti delle nostre amministrazioni. L’altro aspetto molto importante era quello di valorizzare un sottoprodotto del riso, la paglia, garantendo agli agricoltori un reddito aggiuntivo che li mettesse un po’ al riparo dalla volatilità dei prezzi. Oggi questa misura è ancora più necessaria – sottolinea - perché permette ad enti locali con gravi e incolpevoli difficoltà di bilancio di recuperare risorse dalla spesa corrente. Installando reti di teleriscaldamento alimentate a paglia di riso si riducono infatti le uscite connesse ai consumi di locali comunali, case di riposo, scuole, asili, insomma tutto ciò che afferisce al bilancio delle nostre pubbliche amministrazioni».

I Comuni che già avevano avviato un percorso in questa direzione possono approfittare del bando attualmente aperto. Ma prossimamente ci saranno nuove finestre, quindi anche gli altri enti locali lomellini avranno occasione di accedere alla misura dedicata. «Il contributo previsto - ricorda Sormani – è pari al 90% dell’investimento. Inoltre, da ultimo, alcune società private in grado di garantire il rispetto delle norme sulle emissioni hanno manifestato l’interesse a installare a loro spese la caldaia, a fronte di un investimento del Comune sulla rete di teleriscaldamento, gestendo il rapporto con l’ente attraverso l’impegno a vendere il calore per un certo numero di anni. Questo fa sì che l’amministrazione comunale sia anche libera da qualsiasi onere in termini di manutenzione e responsabilità di gestione, e si trovi semplicemente ad avere una spesa inferiore a prima».

In altri termini, il teleriscaldamento da paglia di riso può essere davvero l’innesco di un meccanismo virtuoso con cui generare benessere per tutti. «Non va visto come un investimento – conclude il direttore del Gal Risorsa Lomellina – ma come un recupero di risorse. Tutto quello che eccede il contributo, salvo una verifica di fattibilità per utenze sufficientemente grandi, può essere assorbito dall'investitore privato. Siamo a disposizione per andare ad approfondire ogni singola casistica: non tutte probabilmente andranno bene, ma l’ipotesi merita di essere verificata fino in fondo. Questa iniziativa non è evidentemente la soluzione di tutti i mali, ma è una proposta concreta per avere un motivo di costruzione in questo momento così difficile. Noi ci siamo, e siamo qui per restare».   

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