Attualità - 28 maggio 2020, 20:31

Riaperture tra Regioni. «In Lombardia segnali positivi. Non c'è solo l'indice RT, gli indicatori sono 21»

Il professor Signorelli dell'Università Vita e Salute San Raffaele di Milano: «Sono 21 i valori come ricoveri, dimissioni, guarigioni e nuovi casi che stabiliscono se una regione è a rischio o meno. Il trend in Lombardia è in diminuzione, possiamo essere ottimisti»

Fontana e monsignor Delpini, arcivescovo di Milano, sul Pirellone davanti a una delle Madonnine simbolo della città

Fontana e monsignor Delpini, arcivescovo di Milano, sul Pirellone davanti a una delle Madonnine simbolo della città

«Non esiste solo l'indicatore "RT" per stabilire se una ragione è più o meno a rischio. L'algoritmo su cui si basa l'Istituto Superiore di Sanità fa infatti riferimento a 21 valori che esaminano i singoli aspetti di questa malattia (ricoveri, dimissioni, guarigioni, nuovi casi, e altri)». Lo ha detto il professor Carlo Signorelli, docente di Igiene e Sanità pubblica all'Università Vita e Salute San Raffaele di Milano e all'Università di Parma, intervenendo durante la diretta trasmessa da "Lombardia Notizie" sulla propria pagina Facebook.

«Bisogna leggere tutti gli indicatori - ha spiegato Signorelli - e avere molta cautela, in particolare per quelli che derivano da nuovi casi. Più che ai dati della singola giornata è necessario fare attenzione ai trend che, in Lombardia, sono in diminuzione. A oggi infatti calano i ricoverati in terapia intensiva e negli ospedali. Tutto lascia intendere, dunque, che possiamo guardare avanti con un moderato ottimismo».

«E' importante - ha proseguito Signorelli - sottolineare un altro segnale importante: in Lombardia, dove c'è una centrale unica per le chiamate di emergenza urgenza, nelle ultime settimane si è tornati, per le urgenze di tipo respiratorio, ai livelli antecedenti il Covid, con pochissimi pazienti nei Pronto Soccorso e quasi nessuno grave da determinare accessi alla terapia intensiva».

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