Sport - 20 giugno 2020, 13:02

Addio a Mario Corso, mancino divino della Grande Inter. Il suo calcio era pura intuizione

Se n'è andato a Milano a 78 anni un uomo che ha sempre avuto i colori nerazzurri come seconda pelle. Fenomenale mancino («Meglio un piede solo che due scarsi», diceva), inventò la punizione a foglia morta

Addio a Mario Corso, mancino divino della Grande Inter. Il suo calcio era pura intuizione

L'Inter e il mondo del calcio piangono Mario Corso, scomparso a Milano a 78 anni: il mancino della Grande Inter di Helenio Herrera, un poeta e un artista del calcio, vinse tutto quello che era possibile vincere indossando la maglia nerazzurra 502 volte, dal 1957 al 1973 prima di chiudere la carriera al Genoa. 

"Mariolino", ricoverato da giorni in ospedale, ha marchiato la storia dell'Inter vincendo 4 scudetti (1963, 1965, 1966, 1971), due Coppe dei Campioni (1964, 1965) e due Intercontinentali (1964, 1965). Inventò la punizione a foglia morta con quel suo piede sinistro di Dio: «Meglio un piede solo che due scarsi» diceva sempre lui. Calzettoni abbassati alle caviglie in onore a Sivori, maglia numero 11 anche se il suo ruolo non era racchiudibile in una zona precisa dell'attacco o del centrocampo, pura intuizione che fa a pugni con la tattica anche se era il primo ad arrivare agli allenamenti e l'ultimo ad andarsene.

Brera, in cinque memorabili parole, definì Corso «participio passato del verbo correre» poiché nessun'altro faceva correre divinamente il pallone come lui, senza bisogno di fare altrettanto. 

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A APRILE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Google News Ricevi le nostre ultime notizie da Google News SEGUICI

Ti potrebbero interessare anche:

SU