Cultura-Eventi - 21 luglio 2020, 11:32

Tour “Pavia d’Acqua”

Tour “Pavia d’Acqua”

Domenica 26 Luglio, alle ore 18.30, nell’ambito dell’iniziativa “10.000 Passi nella Storia”, Oltre Confine Onlus proporrà una visita guidata dal titolo “Pavia d’acqua”. Il ritrovo sarà in Piazzale Ghinaglia (Borgo Ticino).

Il tour consentirà di reinterpretare Pavia e la sua tradizione bimillenaria sotto una nuove luce, focalizzando l’attenzione dei visitatori sulla vocazione fluviale della città, oggi ormai assopita, ma un tempo assai significativa per le sorti dell’insediamento. Il Ticino, ai giorni nostri, può infatti apparire agli occhi del viandante spensierato come elemento “decorativo” del tessuto urbano, ma in realtà è bene ricordare che persiste un vincolo indissolubile tra la città e il suo fiume. Pavia venne fondata dai Romani nel lontano I sec. a.C. con il nome di Ticinum.

Fu la città a prendere il nome dal fiume Ticinus, e non viceversa, a conferma dell’importanza strategica che le vie fluviali avevano in epoca antica. Ticinum infatti venne edificata non in una località qualsiasi del Nord Italia, ma su un deposito alluvionale – ragion per cui oggi nel centro cittadino percorriamo a volte strade in salita e a volte in discesa – e a pochi chilometri di distanza dalla confluenza del Ticino nel Po. Ticinum era così collegata ai grandi centri abitati dell’area padana sorti lungo il Po e i suoi numerosi affluenti. Non stupisce dunque che in epoca romana Pavia avesse degli scali portuali sul Ticino che garantivano contatti via acqua con tutto il territorio dell'Italia settentrionale.

Pertanto il tour non può che partire dalla zona di Ponte Coperto, monumento simbolo di Pavia sul fiume Ticino, a consolidare per l’appunto questo indissolubile legame esistente tra la città e il suo fiume. Anche perché ancora oggi, nei periodi di secca, è possibile scorgere dalle acque, ai lati dell’attuale ponte, i piloni in pietra di Ponte Vecchio, il ponte originario di Pavia di età medievale, demolito a causa degli orrori della Seconda guerra mondiale e ricostruito negli anni Cinquanta per lasciare il posto all’attuale Ponte Coperto. Ciò che sfugge ai più, tuttavia, è che quei piloni in pietra, che costituivano le basi di Ponte Vecchio, non sono altro che i piloni del primissimo ponte romano sul Ticino, utilizzati anche successivamente per la costruzione del ponte medievale.

Pertanto Pavia aveva un ponte monumentale sin dalle sue origini. Questa vocazione fluviale si consoliderà poi in epoca medievale, quando Pavia combatterà da libero Comune in particolare contro Piacenza e Cremona per il predominio su alcuni tratti del fiume Po. Pavia diventerà in breve tempo una piccola potenza fluviale. Manifestazione di tale proiezione verso il fiume sono le due antiche porte urbiche di Porta Calcinara e Porta Nuova (tuttora esistenti).

I Visconti sapranno successivamente servirsi di questa attitudine pavese nel proprio progetto di espansione nel Nord Italia (dal 1359 la città cadde in mano alla signoria viscontea di Milano). Celebre, a questo proposito, è la battaglia del 1431 tra la flotta viscontea e quella veneziana nei pressi di Cremona. Filippo Maria Visconti, in guerra con la Serenissima, aveva affidato l’ammiragliato della flotta ducale a Pasino degli Eustachi, di origine pavese.

La flotta, ormeggiata non a caso a Pavia, per prevenire un assedio via acqua delle navi veneziane, andò incontro alle forze nemiche percorrendo il Ticino e il Po. All’altezza circa di Cremona si consumò un’epocale battaglia fluviale, dove Pasino riuscì nell’impresa di sconfiggere la più grande potenza navale del Mediterraneo, Venezia. Molti furono i prigionieri catturati e, al rientro a Pavia, le flotta ducale venne adornata con le uniformi variopinte dei prigionieri, in segno di giubilo.

Ancora oggi, nei pressi del lungo Ticino per andare verso la Basilica di San Teodoro, è possibile vedere la “Casa degli Eustachi”, la storica dimora della famiglia di Pasino, oggi sede della biblioteca dell’Università della terza età di Pavia. Dal Medioevo all’età moderna mai venne meno questo legame simbiotico tra città e fiume. Come non ricordare ad esempio l’Idroscalo pavese, inaugurato nel 1926.

Oggi in stato d’abbandono, un tempo costituiva una tappa ineludibile della tratta aerea Torino-Trieste (la prima linea di aviazione civile operante in Italia), con fermate intermedie anche a Pavia e a Venezia. L’idroporto pavese venne gestito dalla SISA (Società Italiana Servizi Aerei) fino al 1942. Dal 1981 l’Idroscalo venne definitivamente abbandonato.

COSTI: 7 euro a persona RITROVO: Piazzale Ghinaglia INFO e PRENOTAZIONI: visiteguidate@vieniapavia.it / 375 570 9240 MAX 15 partecipanti

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